Recalcati: «Bocciato 2 volte a ogni premio mi stupisco»
Ieri a Lignano la cerimonia conclusiva della rassegna dedicata allo scrittore Sul palco, lo psicoanalista, Zadie Smith, Slavoj Žižek e Nino Migliori

«Quello che conta non è tanto ciò che impari, quanto la gente che incontri». Le parole scritte da Hemingway nel suo
Per chi suona la campana
e usate per chiudere, ieri sera, la 33esima edizione del premio a lui dedicato dalla Città di Lignano Sabbiadoro, raccontano perfettamente la sensazione vissuta nell’ascoltare i quattro premiati.
Parole che hanno sicuramente permesso a chi c’era di imparare qualcosa. Ma speciale è stato
incontrare
, anche se per poco, il loro pensiero.
E agli operai del pensiero di quella fabbrica di idee che è il Premio Hemingway, così come la conduttrice, Elsa Di Gati, ha definito il pubblico presente al Cinecity, Zadie Smith, Massimo Recalcati, Slavoj Žižek e Nino Migliori, si sono presentati
veri
senza formalismi, raccontando, ma soprattutto raccontandosi.
Ribadendo il forte legame che c’è da sempre fra Lignano e lo scrittore premio Nobel, il sindaco Luca Fanotto ha introdotto la cerimonia di consegna dei premi, divisi in quattro categorie che ripercorrono le caratteristiche principali dell’autore de
Il vecchio e il mare
, come ha spiegato lo scrittore, Alberto Garlini, presidente della giuria dell'Hemingway, composta oltre che dal sindaco, da Gian Mario Villalta, Pierluigi Cappello e Italo Zannier, affiancati dalla presidente della Regione, Debora Serracchiani, che alla cerimonia di ieri ha lasciato il posto al suo vice, Sergio Bolzonello e all'assessore alla cultura, Gianni Torrenti.
Il premio letteratura è andato all’autrice britannica Zadie Smith «per la grazia naturale della sua scrittura» che usa per raccontare storie di sobborghi, di rapporti di potere, come la suggestione collettiva di un’intera generazione (lei compresa) che alla fine degli anni Novanta votata per Tony Blair e le relazioni di classe, come quelle che lei stessa ha vissuto, trascorrendo un breve periodo nel quartiere elitario londinese dove sorge anche la tristemente nota Grenfell Tower, tenuta d’occhio da una security car pagata dalla cosiddetta gente per bene del quartiere.
Si racconta anche lo psicoanalista, Massimo Recalcati, premio testimone del nostro tempo, che analizza dubbi e timori del genere umano, rendendoci lucidamente consapevoli. Parla dei suoi trascorsi scolastici, (io, bocciato due volte mi stupisco quanto ricevo un premio), dello spaesamento dei genitori (i peggiori sono quelli convinti di essere dei buoni genitori) e del figliol prodigo, che si rivolta, esige discontinuità e fa esperienza nell'erranza.
La sezione avventura del pensiero è andata al filosofo, Slavoj Žižek, una grande capacità comunicativa mescolata a un'innata simpatia, per un personaggio che si definisce marxista e comunista, ma racconta barzellette su Lenin, Marx ed Engels e prende in giro la sinistra europea «che deve disfarsi delle false speranze che portano solo a false soluzioni».
L’artista Nino Migliori premiato per la fotografia, con i suoi scatti della mostra Lumen racconta il Cristo di Niccolò Dell'Arca, «perché la fotografia, senza usare la parola, racconta», ha detto ieri ricevendo in premio, come gli altri vincitori, un busto di Hemingway realizzato da Piero De Martini.
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