Pusea, il paese dei gnaus tra sella Chianzutan e il lago di Verzegnis

UDINE. Il viaggio nei paesi dimenticati fa tappa a Pusea, una delle tante frazioni di Verzegnis. Il cantautore Dario Zampa accompagna i lettori del Messaggero Veneto nella culla del silenzio.
Partendo da Chiàulis, sede municipale di Verzegnis, si prosegue per la strada che porta a Sella Chianzutan. Arrivati a Chiàicis si gira a sinistra e si scende verso il lago.
Lo spettacolo è assicurato. Superato il ponte e la chiesetta di Duèibis si prosegue verso Pusea.
Il Comune
Il Comune di Verzegnis è formato da quattro frazioni e una decina di borgate ma nessuna di queste località si chiama Verzegnis. Il nome identifica tutto il territorio comunale senza costituire un nucleo abitato.
Gli abitanti sono soprannominati “gnàus” nome della tipica rapa che viene coltivata sul territorio per essere poi macerata nei resti della lavorazione delle pere e delle mele, non nella vinaccia, come vuole la tradizione friulana. È più amabile e meno aspra.
Da segnalare che dalla cava situata a 1700 metri di altitudine, sopra Sella Chianzutan, si estrae il pregiato marmo rosso di Verzegnis.
Renzo, l’ultimo scolaro di Pusea
Renzo Boria, oggi consigliere comunale di Verzegnis, ricorda con una certa nostalgia il paesino che lo vide con gli occhi dello scolaro nei primi anni Sessanta. «A Pusea - racconta - c’era la scuola che accoglieva tutti i ragazzini delle borgate circostanti».
«Tra i banchi della prima alla quinta classe, con una sola maestra, eravamo una decina. Io abitavo nella vicina borgata di Duèibis e ogni mattina percorrevo un chilometro e mezzo a piedi, con la cartella a tracolla, per raggiungere la scuola».
«Noi di Duèibis, però, avevamo la chiesa e per tutte le funzioni religiose dovevano scomodarsi gli abitanti di Pusea e fare il percorso inverso. A Pusea, poi - ha sottolineato - avevano una latteria turnaria senza latteria. Il formaggio, infatti, raggiunta la quota di latte sufficiente, veniva fatto a turno nelle varie famiglie del paese».
«E poi si faceva la famosa ricotta fermentata la scueta franta, molto cremosa e piccante, tipica di questa zona, che veniva prenotata quasi tutta dagli emigranti che rientravano in paese dopo aver fatto la stagione in Francia o in Svizzera. Altri tempi e altri sapori - ha detto deglutendo un po’ di saliva come gli venisse l’acquolina in bocca solo nel ricordare quella specialità».
Interessanti anche i resti della famosa centralina idroelettrica di Pusea. Oggi è ancora visibile la vasca di raccolta dell’acqua, la turbina, le pulegge di trasmissione e la sega veneziana. Orfani della chiesa e del campanile, gli abitanti di Pusea avevano appeso una piccola campana in una trave esterna, sotto il tetto di una casa privata, che avvertiva l’ora del latte e l’ora dell’inizio della scuola.
Questa campanella, secondo una ricerca fatta dal grande poeta di Verzegnis, Giso Fior, porta una data antichissima: 1633. Mandi Renzo!
La curiosità
A Pusea, nel primissimo Novecento, fu costruita una delle prime centraline idroelettriche della regione. Con l’acqua di due ruscelli sovrastanti la borgata, veniva riempito un grande serbatoio della capienza di 250 metri cubi e tramite una condotta forzata l’acqua veniva portata a una turbina che produceva l’energia sufficiente per illuminate il paese di notte e far funzionare un sega veneziana e una circolare, un tornio e una mola di giorno.
Senza approfondire le ricerche si può affermare che Pusea fu il primo paese della Carnia e uno di primissimi della regione ad avere l’illuminazione pubblica. Una seconda curiosità da segnalare a Pusea è che da inizio dicembre all’Epifania, non arriva un raggio di sole. In quel mese, infatti, il paese rimane costantemente all’ombra.
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