Pordenone celebra con tre mostre lo scultore friulano Ado Furlan
Il suo ritratto e quello degli artisti affini: una rassegna sulla storia della famiglia

La sua arte ha segnato in modo profondo la scultura italiana del Novecento. Tra monumentalità e intimità, con le sue opere è stato in grado di scolpire nel tempo la forma stessa della memoria, restituendo una visione del mondo che ancora oggi conserva potenza e attualità. Oltre a raccontare un’intera stagione dell’arte italiana. A 120 anni dalla nascita dell’artista pordenonese Ado Furlan, e a vent’anni dalle celebrazioni per il centenario, tre mostre ne rileggono ora il percorso creativo e umano tra Pordenone e Spilimbergo.
Il progetto “1905–2025. Ado Furlan scultore tra Pordenone e Spilimbergo” è stato presentato ufficialmente ieri nel palazzo della Regione a Udine, alla presenza di Enrico Sarcinelli, sindaco di Spilimbergo, Caterina Furlan, figlia dell’artista e presidente della Fondazione Ado Furlan, Antonietta Moro, membro del Comitato direttivo della Fondazione, Alessandro Del Puppo, docente ordinario di Storia dell’arte contemporanea all’Università di Udine, Paolo Tomasella, presidente dell’Ordine degli Architetti della provincia di Pordenone, e Massimo Poldelmengo, artista e curatore degli allestimenti e della documentazione visiva delle mostre.
Sostenuta dalla Regione e promossa dalla Fondazione Ado Furlan in collaborazione con i Comuni di Pordenone e Spilimbergo, l’iniziativa intende valorizzare non solo l’opera dell’artista, ma anche il contesto culturale di cui fu protagonista. «Ado Furlan – ha sottolineato in un messaggio il vicepresidente della Regione e assessore alla Cultura, Mario Anzil – è stato uno degli scultori più rappresentativi del nostro Novecento. Le mostre in programma rappresentano dunque un’occasione preziosa per ripercorrere il suo cammino artistico, ma anche per riscoprire un contesto culturale ricco e articolato».
Fulcro del programma sarà la mostra “Le sculture ultime”, allestita a palazzo Taddea a Spilimbergo, dove Furlan si trasferì negli anni Sessanta per viverci fino alla sua morte nel 1971. Qui, dal 27 settembre al 16 novembre e per la prima volta in Friuli, saranno esposte le opere del suo ultimo periodo creativo, caratterizzate da una raffinata ricerca formale e da un’intensità emotiva che ne fanno uno dei vertici della sua carriera. Opere, fuse in bronzo dai familiari dopo la sua morte, che nel percorso espositivo saranno accompagnate da immagini dello studio dell’artista, scattate da Italo Zannier. A curare il catalogo sarà Caterina Furlan, in collaborazione con Forum Editrice.
Ma il viaggio alla scoperta dell’artista pordenonese inizia già tra qualche giorno. A Pordenone, Casa Furlan ospiterà infatti due appuntamenti espositivi. Il 31 maggio, per restare aperta fino al 12 luglio, aprirà la mostra “Lo scultore e gli amici del Nord-Est”, dedicato al dialogo tra Furlan e artisti friulani e veneti a lui affini come Eugenio Polesello, Giovanni Giuliani, Anzil, Italo Michieli e Antonio Carestiato. Il secondo, intitolata “Una famiglia, una casa, una strada”, in programma dal 4 ottobre al 15 novembre, racconterà invece la storia della famiglia Furlan, attraverso la memoria della casa di via Mazzini, demolita nel 1967, e la trasformazione urbanistica di quella parte di Pordenone. Il ciclo si concluderà domenica 16 novembre con un concerto del pianista Alessandro Del Gobbo a Palazzo Tadea, omaggio alla passione musicale di Ado Furlan. Negli stessi spazi è visitabile anche “Percorsi nella scultura italiana”, mostra permanente che ospita opere di Furlan e di altri grandi scultori italiani dell’Ottocento e del Novecento.
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