Pordenone mostra i suoi tesori: 140 capolavori esposti in tre sedi

Presentato l’evento Mondi possibili: quadri, disegni ma anche sculture. Tra gli artisti Paul Delvaux ma pure i friulani Mirko Basaldella e Luigi Spacal

Cristina Savi
Una sala che ospita la la mostra “Mondi possibili”, articolata in tre sedi a Pordenone
Una sala che ospita la la mostra “Mondi possibili”, articolata in tre sedi a Pordenone

PORDENONE. Sono 140 le opere di pittura, scultura e disegno di grande valore, realizzate fra fine Ottocento e il Novecento, in gran parte provenienti dai musei civici, ma anche dall’importante collezione Concordia Sette o dal museo diocesano, che da domani si potranno vedere a Pordenone, e che appartengono al patrimonio della città, spesso già esposte in passato, ma che ritornano oggi attraverso percorsi inediti, per essere guadate o ri-guardate” attraverso altri punti di vista.

Da qui il titolo dell’esposizione, “Mondi possibili”, presentata ieri mattina nello spazio in cui ha sede il nucleo centrale, la galleria Harry Bertoia, cui si affiancano la Casa dello studente Antonio Zanussi e il Museo diocesano di arte sacra. Accanto a nomi internazionali - Paul Delvaux, Toshimitsu Imaï, Luigi Veronesi – sfilano sulle pareti artisti del territorio come Mirko Basaldella, Luigi Spacal, lo stesso Harry Bertoia e un nucleo consistente di autori locali di richiamo nazionale come Luigi Vettori e Armando Pizzinato, che raccontano la storia del territorio del Friuli Venezia Giulia attraverso la rappresentazione dei paesaggi e della sua gente.

Curata da Alessandro Del Puppo e William Cortés Casarrubios – che ieri l’hanno presentata - con il fondamentale contributo di giovani studenti dell’ateneo udinese, la mostra è stata realizzata dal Comune di Pordenone con il contributo della Regione e la collaborazione dell’Università di Udine, del Centro iniziative culturali Pordenone (ieri intervenuto con il direttore don Orioldo Marson), della diocesi di Concordia Pordenone (rappresentata da Giovanni Dalla Torre), della Fondazione Concordia Sette e della Soprintendenza del Friuli Venezia Giulia.

È suddivisa in otto sezione tematiche, alcune a tema storico, come quella che illustra il percorso degli artisti di Pordenone e della regione fra le due Guerre Mondiali, o “Le stanze del Cardinale”, che documenta l’impegno e la passione del cardinale di Castions di Zoppola Celso Costantini (1876-1958) in Estremo Oriente per fondare una nuova arte cristiana che seguisse il canone della pittura orientale.

All’ingresso della galleria Bertoia, accoglie il pubblico un’opera che invece è stata commissionata appositamente per la mostra, un’installazione sonora del giovane artista contemporaneo Michele Spanghero, di Monfalcone, legato nella sua espressione alla riflessione sul rapporto fra suoni, silenzi e arti visive, che rimarrà di proprietà dei musei di Pordenone.

«Siamo di fronte alla prosecuzione di quella che ci piace definire un’operazione orgoglio – ha dichiarato il vicesindaco e assessore alla cultura Alberto Parigi – perché il nostro obiettivo è quello di rivalorizzare, riscoprire e restituire alla città le sue opere finora nascoste cantine dei musei. Esporle a rotazione desta poi maggiore curiosità e richiama più visitatori».

Che con unico biglietto, acquistabile anche online, potranno visitare, anche in giorni diversi, palazzo Ricchieri, la galleria Bertoia e il Paff!.

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto