A Pordenone lezioni al ritmo del rap con Murubutu: «I classici in modo accattivante»
Il talk con il prof musicista in programma al Capital sabato 24 maggio: «Nella letteratura si trovano appigli per costruire canzoni»

«Penso di fare più o meno la stessa cosa sul palco che dietro la cattedra: veicolare contenuti culturali in modo accattivante». Così si racconta Murubutu, alias Alessio Mariani, il prof-rapper che trasforma la letteratura in musica, docente di filosofia e storia, autore raffinato e narratore urbano. Sabato 24 maggio, alle 21, il Capitol di Pordenone ospita il suo talk “Letteraturap”, evento conclusivo (con ingresso gratuito) della rassegna “Potere alla parola”.
Murubutu non è solo uno dei nomi più rispettati del rap italiano: è anche un punto di riferimento per chi crede che la musica possa essere uno strumento didattico e culturale. Con otto album all’attivo – l’ultimo, “La vita segreta delle città”, è uscito a marzo – e collaborazioni con artisti del calibro di Caparezza, Rancore, Dargen D’Amico, Willie Peyote, unisce la potenza del beat alla profondità della letteratura. Attraverso il talk “Letteraturap” Murubutu porta avanti un’idea di rap come mezzo di espressione e conoscenza. Nel solco del cantautorato più impegnato, i suoi testi costruiscono ponti fra passato e presente, fra versi immortali e beat contemporanei, raccontando l’umano in ogni sua sfaccettatura.
Come nasce l'idea di coniugare la sua esperienza di docente con quella di rapper? C'è stato un momento specifico in cui ha capito che il rap poteva diventare uno strumento didattico?
«Mi è sembrato naturale trasportare quello che faccio in classe anche sul palco. In fondo, il mio obiettivo è sempre stato lo stesso: rendere accessibili e coinvolgenti contenuti culturali. Il rap mi ha dato un mezzo potentissimo per farlo. Col tempo si è creato un pubblico molto affezionato e variegato: non solo giovani. Chi mi segue ama la narrazione e spesso ci si affeziona ai narratori in modo emotivo».
Nei suoi brani spesso cita autori come Dante, Calvino, Marquez. Qual è il processo creativo che la porta a trasformare opere letterarie in testi rap? C'è un'opera che ha trovato particolarmente sfidante da adattare?
«La prima Cantica della Divina Commedia è stata sicuramente la più sfidante. Un’opera monumentale, che incute rispetto, ma anche estremamente attuale e adatta a essere traslata nella contemporaneità. Nella letteratura si trovano sempre appigli per costruire canzoni: si tratta solo di fare una sintesi efficace».
Cosa l’ ha spinta a creare un talk che unisce musica e letteratura? Com'è la risposta del pubblico, soprattutto quello giovane?
«Con questo format provo a mostrare il legame fra letteratura e musica, compresa quella trap che spesso viene contestata, soprattutto per i testi. C’è chi la attacca, persino a livello governativo, ma da un punto di vista antropologico questi testi raccontano molto. Partendo da lì, propongo un percorso che dimostra le potenzialità espressive del rap, illustro i legami fra il rap e alcune delle principali correnti letterarie italiane ed europee, le relazioni fra il cantautorato italiano e il rap e tra la poesia e il rap. Il pubblico partecipa, fa domande e poi eseguo qualche brano live».
In un panorama musicale spesso dominato da testi leggeri, i suoi brani affrontano temi profondi. Come vede il ruolo del rapper oggi?
«Il rap ha una diffusione enorme fra i giovani, e quindi un grande potenziale comunicativo, ma allo stesso tempo impone una grande responsabilità, per questo gli argomenti vanno affrontati e trasmessi con libertà artistica e responsabilità etica».
Ha lavorato con artisti come Rancore, Caparezza, Willie Peyote. Cosa portano queste collaborazioni al suo percorso artistico?
«Sono fra le migliori “penne” del panorama rap e urban italiano. Fra noi c’è una volontà comune di unire le forze per creare testi concettualmente forti e interessanti».
Dal suo esordio negli anni ’90 a oggi, come percepisce l’evoluzione del rap in Italia?
«Era un genere di nicchia. Oggi è il più ascoltato dagli adolescenti, con numeri impressionanti a livello di streaming. Ha assunto una centralità enorme nel linguaggio giovanile».
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