Paoli oggi riabbraccia il suo pubblico «I guai col fisco? La gente ha capito»

Il grande cantautore nato a Monfalcone si racconta in attesa del concerto alle 20 in piazza Duomo La disavventura è passata: «Sul mio caso c’è stata esagerazione mediatica. Ho la coscienza a posto»
Di Matteo Lo Presti

MATTEO LO PRESTI. «Quando mi chiedono dove sono nato rispondo: Monfalcone in via Roma 40, nel letto di mia zia Giuditta. Una gran donna che festeggiava il compleanno il 14 agosto, in qualunque parte del mondo mi trovassi in aereo, in treno, in auto tornavo a festeggiarla».

Un allegro Gino Paoli, che canta stasera alle 20, a San Daniele, ricorda il suo legame con la città. «Tutto avvenne nel circolo ufficiali che mia madre Caterina Rossi frequentava, perché di famiglia bene e che mio padre originario di Piombino,figlio di un operaio e al quale la divisa aveva meritato una classe sociale diversa, frequentava perché capitano di macchina e poi di coperta della corazzata Littorio. Ho in mente una bella foto di loro due sotto il “portego” della casa. Con il Friuli ho un buon rapporto amo Grado, Aquileia, il prosciutto di San Daniele è molto buono, l’aria raffinata, ma non dimentichiamo che io sono “bisiacco”».

Un lungo impegno politico, con Gino Paoli il dialogo si allarga ai temi della quotidianità: «Il referendum che ha allontanato l’Inghilterra dall’Europa un errore clamoroso. La previsione piú facile è che ci sarà un effetto domino aizzato da populismi e demagogia. È inquietate che in democrazia per decisioni cosí importanti non ci si affidi a chi è stato eletto in Parlamento. La massa non pensa con la testa, poco sapevano di cosa si trattava e poco conoscevano gli equilibri internazionali. Ora mostrano di essere pentiti. Segno che nella massa vivono valori deformati».

Impossibile non parlare dell’amico Beppe Grillo: «Con Beppe abbiamo una lunga frequentazione: niente giudizi sulla persona. Avevamo cercato di scoraggiarlo in questa impresa. Ma certo era animato da tante idealità. Ora di fronte a questo partito pieno di contraddizioni, on-line, che non può rappresentare tutti i cittadini, penso agli anziani, ho molte perplessità». Parlamentare nelle liste del Pci negli anni 90 racconta divertito: «Mai avuta la tessera, ho sempre sbagliato da solo: quando il governo Andreotti decise di intervenire in Kuwait non con dichiarazione di guerra, ma per operazione di polizia internazionale, in tre votammo contro: Gianni Rivera democristiano, persona per bene,coerente, Pietro Ingrao. E io».

Cosa voterà in autunno per il referendum costituzionale? «Voterò “sí” non ho dubbi. Una riforma che tutti volevano conquistare: Letta e Bersani frenati da un eccesso di cautele. Renzi è un rullo compressore: se perde cosa otteniamo? Di avere un leader peggiore? Siamo seri. Il presidente dell’Uruguay Pepe Mujica che si disse aveva pronunciato il miglior discorso del mondo (nel 2012) affermava: “La politica è soggetta a volare come le pernici, corta e rapida, ma c’è bisogno di una politica a lungo termine, in un mondo sempre piú globalizzato”».

Lei ha avuto sgradevoli rapporti con il fisco, il pubblico come ha reagito? «Hanno capito che c’è stata esagerazione mediatica. Ho la coscienza a posto». Paolo Villaggio, tempo fa ha fatto una battuta sul rapporto dei friulani con il vino che qui non è piaciuta. «Ma Paolo è un uomo buono e simpatico, non voleva ferire nessuno: io sono un bevitore di Traminer, di Merlot, di Refosco e del mitico Picolit». Cosa canta al mattino davanti allo specchio? «Nulla, mia moglie Paola mi rovina la giornata con orrende melodie “Marina, Marina”, “Profumi e balocchi”. Motivi che ti perseguitano tutto il giorno». A San Daniele compirà un viaggio musicale iniziato a Boccadasse di Genova dove scrisse “la gatta”. Stessa località dove Andrea Camilleri fa abitare Livia la fascinosa, spesso cornificata fidanzata del commissario Montalbano. «Certamente è bello fantasticare che il poeta e la bella donna si siano frequentati davanti allo sciabordio del mare».

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