Ottocento anni di devozione: In carne e bronzo vince l’Aquileia Film Festival

Premio al documentario su San Casciano dei Bagni. Corrado Augias alla consegna dei riconoscimenti

Fabiana Dallavalle
La serata finale delle premiazioni con Corrado Augias
La serata finale delle premiazioni con Corrado Augias

Cosa succede quando l’emozione della scoperta archeologica incontra quel tipo di progettualità divulgativa che produce conoscenza? Risponde pienamente a questa domanda “In carne e bronzo. Il santuario di San Casciano dei Bagni” documentario che meritatamente vince la XVI edizione dell’Aquileia Film Festival rassegna di cinema e archeologia, organizzata dalla Fondazione Aquileia con Archeologia Viva e Firenze Archeofilm, che è chiusa giovedì sera con la presenza di un ospite importante, il giornalista Corrado Augias. Un festival quest’anno interamente accessibile: i film hanno infatti i sottotitoli per sordi e ipoudenti e le audio descrizione per ciechi e ipovedenti e le conversazioni sono trascritte in diretta.

Prodotto da Rai Cultura con la regia di Eugenio Farioli Vecchioli e Brigida Gullo, il documentario testimonia non soltanto una delle più importanti scoperte archeologiche degli ultimi decenni, il santuario etrusco e romano di San Casciano dei Bagni accolse devoti per quasi 800 anni, dal III secolo a.C. al V secolo d.C., ma anche come la ricerca possa riportare alla vita memorie dimenticate.

«La capacità del regista Eugenio Farioli e dell’autrice Brigida Vullo – aveva anticipato Jacopo Tabolli, archeologo, docente di Etruscologia presso l’Università per Stranieri di Siena e direttore scientifico dello scavo di San Casciano dei Bagni, in un’intervista comparsa sul Messaggero Veneto, durante i giorni del festival aquileiese – è stata quella di entrare in punta di piedi all’interno del documentario tanto da diventare parte di noi. Hanno colto il senso del lavoro d’assieme ed è commovente il modo con cui hanno scelto di allontanarsi da una narrazione mainstream e immergersi all’interno delle tecniche di analisi, di scendere all’interno di un lavoro antropologico che stiamo facendo con la comunità dei sancancianesi attuali. Sfumature che in televisione si raccontano poco. Si percepisce come si costruisce la ricerca con una narrazione che non semplifica ma accompagna la difficoltà».

Dal 2020 a oggi gli scavi hanno riportato alla luce uno straordinario deposito votivo intatto che l’acqua e il fango hanno conservato per più di duemila anni. Anche l’ultima campagna di scavo, nell’estate de 2024 ha colpito gli archeologi e l’opinione pubblica, per numero, varietà e stato di conservazione dei reperti che hanno chiamato a raccolta un gruppo di esperti. Il documentario è risultato dunque il più gradito dal pubblico in base alle votazioni.

Il presidente della Fondazione Aquileia Roberto Corciulo ha consegnato il Premio Aquileia, un mosaico realizzato dagli allievi della prestigiosa Scuola Mosaicisti del Friuli a Piero Pruneti, direttore di Archeologia Viva, in rappresentanza dei registi vincitori. Secondo classificato “Luigi De Gregori. Salvare le creature” (regia di Tommaso Sestito e Lorenzo Chechi, produzione Luca Pirolo e Tommaso Sestito). Terzo classificato “Il volto di Alessandro” (regia di Vanni Gandolfo, produzione GA&A Productions e Doclab) che ha svelato i segreti del restauro del celebre mosaico pompeiano, conservato al Mann.

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