Ottimo, distinto e sufficiente: la storia della pagella in mostra

Nella biblioteca di San Giorgio di Nogaro Giorgio Cojaniz presenta la collezione. Dall’Ottocento alla riforma Gentile, fino all’attuale “documento di valutazione” 

La pagella scolastica è una delle poche cose che sia entrata in tutte le case d’Italia e con essa la valutazione di generazioni di ragazzi e bambini.

Ed è proprio la “Storia della pagella”, il tema della mostra che si potrà visitare nel salone affrescato della biblioteca di villa Dora a San Giorgio di Nogaro, curata dal ricercatore Giorgio Cojaniz che espone diverse pagelle originali dal 1783 a oggi raccolte in tanti anni di appassionata ricerca.

Il primo attestato di promozione risale al 1783. L’imperatore d’Austria Giuseppe II rendeva obbligatorio, nel Nord Italia, alla fine della scuola elementare, un certificato attestante che “l’alunno abbia raggiunto una sufficiente capacità nel leggere, nello scrivere e far di conto”.

Nel 1859 con la legge Casati, l’istruzione primaria diventava gratuita e obbligatoria per due anni e alla fine del corso veniva rilasciato un attestato di frequenza e promozione valutato in trentesimi. Fu una circolare di fine Ottocento, relativa alle scuole tecniche, a far parlare per la prima volta di pagella che presentava, oltre alle norme per gli alunni, anche dei veri e propri regolamenti per i genitori i quali, in un periodo di gravi carenze igieniche e diffusione di malattie, avrebbero dovuto far rispettare ai propri figli questi rigidi dettami.

Le pagelle della riforma Gentile del 1923, prevedevano, oltre al nome dell’alunno, anche quello dei genitori e le valutazioni erano Primo, Secondo, Terzo, Quarto e Quinto; inoltre la pagella era sottoscritta anche dal capoclasse e tra le materia valutate si trovavano anche l’igiene personale e i lavori manuali e donneschi.

La pagella fu introdotta ufficialmente, con unico modello in tutte le scuole italiane, solo in epoca fascista con un Regio Decreto del 1926 e ogni famiglia la doveva acquistare al prezzo di 5 lire (abolite nel 1929); inoltre da annuale diventava trimestrale. Nelle copertine, le pagelle degli anni Trenta del Novecento, si legge tutta la propaganda del regime fascista con riferimenti all’Opera Nazionale Balilla, fondata nel 1926, e alla Gioventù Italiana del Littorio dal 1937.

La pagella del 1944-1945, presente nella mostra, è una rarità assoluta in quanto ritirata per la sospensione del terzo trimestre per eventi bellici. Nel 1946 la pagella era identica per tutte le scuole, dalle elementari alle superiori e di nuovo a pagamento. 10 lire. Nel 1946-‘47 le pagelle titolavano Repubblica Italiana e Ministero della Pubblica Istruzione. Nel 1952 costavano 25 lire e nel 1963 tornarono gratuite. Tutte le valutazioni saranno sempre espresse con voti dall’1 al 10 e dureranno fino agli anni ’70.

Con la legge 517 del 1977, la pagella si trasformerà in “Scheda personale dell’alunno” e nel 1993 debutterà il documento di valutazione con le crocette da porre sul modulo ormai arrivato a 8 pagine con 41 voci per alunno. Nel 1996 si è ritornati alle valutazioni di Ottimo, Distinto, Buono, Sufficiente e Insufficiente. Nel 2008 con la legge 169 sono infine tornati i voti con il 5 in condotta anche alle elementari.

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