“Nella tua pelle”: tre orfani alle prese con la vita

Il nuovo libro della scrittrice udinese Chiara Carminati. Un romanzo di formazione che trae ispirazione da una vicenda vera

Margherita Reguitti
Il disegno del celebre illustratore Manuel Fior per la copertina del nuovo romanzo di Chiara Carminati per Bompiani
Il disegno del celebre illustratore Manuel Fior per la copertina del nuovo romanzo di Chiara Carminati per Bompiani

UDINE. Un romanzo di formazione, un pentagramma di personaggi costruiti con note di vite vere, delle quali fino a oggi nulla si sapeva, della grande Storia. Le ante di un massiccio armadio di legno dell’Istituto “Filippo Neri” di Portogruaro, nel 1919 “Ospizio per i figli della guerra”, si sono spalancate per dare modo alla scrittrice e poetessa friulana Chiara Carminati di leggere i fascicoli delle esistenze di bambine e bambini che la sua penna ha fatto rivivere, con il dovuto rispetto della loro riservatezza, nel romanzo<CF1002> Nella tua pelle (Bompiani, 192 pagine, 16 euro).

Il libro, da qualche giorno in libreria, sarà presentato in anteprima nazionale alla Biblioteca di Portogruaro il 20 gennaio alle 16.30.

«Alla fine della guerra ci sono gli orfani dei morti e ci sono i figli dei vivi. E poi ci sono gli orfani dei vivi”, scrive l’autrice nella prima pagina per fissare con sintesi necessaria il contesto storico. Fanciulli che arrivano dalle terre di frontiera redente dal conflitto. Orfani pur avendo una madre e due padri: il soldato, italiano o straniero poco importa, che li ha generati, spesso con un atto di violenza, e l’ignaro marito-capofamiglia al fronte. A Portogruaro questi figli rifiutati trovarono una famiglia e un’educazione fornita da religiosi. L’archivio che ne conserva i segreti racconta, con documenti ed epistolari, delle loro vite in famiglie adottive, in altri istituti e città, in alcuni casi documentando anche le successive strade da adulti.

Giovanna, Caterina e Vittorio sono i personaggi principali del racconto che inizia nel 1923 e prosegue fino al 1931 quando tutti gli adolescenti lasciano l’Ospizio di Portogruaro. «Nonostante siano bambine e bambini che iniziano la vita nella tragedia della guerra non è un romanzo dolente, al contrario – spiega Chiara Carminati – le storie hanno la forza della speranza e della gioia per la vita».

La narrazione guarda al futuro e non al passato. Nella finzione entrano le vicende e si rivelano caratteri delle esistenze incontrate leggendo i fascicoli conservati nell’edificio oggi sede del seminario.

I protagonisti affronteranno con determinazione e vitalità, con l’obiettivo di farcela, difficoltà e passaggi che sono il cuore di alcune delle tematiche che connotano la scrittura in prosa e poesia dell’autrice. Il tema della famiglia viene affrontato con la convinzione che un legame possa essere positivo al di là dei rapporti di sangue. Giovanna viene prima adottata da una copia per bene ma la scelta si rivelerà sbagliata e, dopo vari trasferimenti in istituti, troverà una vita serena andando a vivere con una nobile veneziana dal carattere aspro con la quale instaurerà una relazione di affinità reciproca, di intesa atipica in un sincero rapporto senza vincoli di doveri. Un concetto inusuale e positivo di famiglia che può sostituire un legame parentale difficile.

Il romanzo è anche un inno alle relazioni e al valore dell’identità nella complessità delle storie di terre di frontiera. I personaggi evolvono, crescono e si affermano sia nell’adolescenza sia nell’età adulta. «Se lo spunto alla scrittura è arrivato dalla fascinazione e commozione della lettura delle storie – aggiunge l’autrice – successivamente è emerso il tema del legame che unisce tutti, in età diverse della vita, nel segno del possibile cambiamento».

Venezia è protagonista, rivelando bellezza oltre lo stereotipo, facendo sentire il respiro dei suoi canali e le atmosfere del convento delle Suore di Maria Bambina, tutt’ora esistente di fronte alla stazione ferroviaria, il mistero dei vicoli di Cannaregio e la forza dell’educazione dell’anima e della mente dell’Ospedale al Mare del Lido, luoghi della realtà e della finzione.

«Avevo bisogno di vederli e respirarli per poterli fare riemergere nelle pagine», conclude l’autrice.

I diversi nomi della protagonista raccontano la frontiera che cambia: nella natia Caporetto Ivanka, nell’italiana Portogruaro Giovanna, a Padova Lucrezia per un ideale fittizio di figlia adottiva. Piccole storie vere dal respiro grande, sinfonia di realtà nella finzione sulle note jazz di “Tiger rag”.

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