Marianna Acito: la musica deve saper affrontare anche i temi importanti

L’autrice di “Ruth. Raccolti di speranza” al Festival Internazionale di Musica Sacra di Pordenone: «La mia è una scrittura contemporanea-narrativa»

Alessio Screm
Marianna Acito al Festival della musica sacra di Pordenone
Marianna Acito al Festival della musica sacra di Pordenone

L’edizione estiva del Festival Internazionale di Musica Sacra di Pordenone, giunto alla 34° edizione, con titolo programmatico “Caritas et Amor” a richiamare l’inno di Paolino d’Aquileia, propone a partire da domani, martedì, e fino a venerdì 11 giugno, quattro grandi produzioni chiamate a riflettere in musica il mistero della fede.

La rassegna diretta artisticamente dai maestri Franco Calabretto ed Eddi De Nadai, presenta in apertura una coproduzione musicale allestita con Ravenna Festival e con il Pergolesi Spontini Festival di Jesi. È l’opera della giovane compositrice Marianna Acito, promessa di Matera da anni residente in Friuli e tra le più apprezzate voci della sua generazione, artista che vanta un curriculum di rilievo anche in qualità di mezzosoprano.

L’opera s’intitola “Ruth. Raccolti di speranza”, quattro grandi capitoli per soli, coro ed ensemble che verranno eseguiti martedì 24 giugno alle ore 20.45 nel Duomo San Marco a Pordenone. Una sacra rappresentazione su testo di Francesca Maso che porta in scena le suggestioni bibliche di Ruth, Noemi e Boaz, del popolo d’Israele, di mietitori e donne di Betlemme. Protagonisti il soprano Laura Zecchini, il mezzosoprano Daniela Pini e il tenore Angelo Testori, con l’Ensemble La Corelli e l’Ensemble vocale Heinrich Schütz. Ne abbiamo parlato con la compositrice.

Dopo “Requiem per una donna” dedicato a tutte le vittime di abusi e femminicidi, con cui ha vinto il premio Musicainsieme, e prima ancora con “L’urlo del figlio” da una poesia di Turoldo, ora è il momento di “Ruth. Raccolti di speranza”, dalla Bibbia ebraica e cristiana. Quanto la sua musica è legata a temi sociali e spirituali?

«Quando mi è stato proposto di scrivere Ruth, ovvero di una donna che decide di disobbedire a tutte le regole pur di restare fedele alla cognata, ho subito percepito una forte attualità in questa storia che parla di gente e di popoli. Ho accettato con molto piacere, perché ritengo che la musica debba saper parlare di temi importanti e al più largo pubblico. L’argomento è attuale se pensiamo alla difficile condizione degli stranieri nella società d’oggi, alle discriminazioni e agli odi, spesso ingiustificati, ai confini e alle barriere. Per cui ragionare sulla speranza e la fede penso sia un atto necessario. La musica aiuta perché è una fedele alleata».

Come definirebbe il suo stile compositivo?

«Nella difficoltà della domanda, la mia è una scrittura che direi contemporanea-narrativa. Ho bisogno che parli alle persone e non solo a chi frequenta la così detta musica colta. Ragiono sempre in funzione espressiva, non rinnego le dissonanze, ma non sono il mio tratto distintivo. A momenti astratti unisco trame sonore evocative, dove non mancano talvolta, come in “Ruth”, delle citazioni di opere note, per un valore simbolico e funzionale. In momenti ragionati si potranno sentire rievocazioni dal Lamento di Arianna di Monteverdi e dalla seconda sinfonia di Mahler, ovvero La resurrezione, strettamente legata alla vicenda. Ma c’è chiaramente dell’altro e avere l’onore di far eseguire l’opera da formazioni e solisti eccezionali, è un’altra soddisfazione per cui mi sento di ringraziare tutte le persone coinvolte in questo progetto».

Alla sua attività di compositrice unisce l’attività di cantante, spaziando da Bach a Nono. In questa veste si esibirà, sempre per il Festival di Musica Sacra di Pordenone, insieme ad altri solisti ed alla GO! Borderless Orchestra e Coro, in quale repertorio?

«Canto da quando avevo tre anni, grazie alla mamma e alla zia musiciste. Il mio percorso di studi, con tutte le scuole dell’obbligo a indirizzo musicale e gli studi in conservatorio di composizione e di canto, hanno sempre tenuto legate queste mie due attitudini musicali, per cui non riesco preferire l’una all’altra. Nel terzo appuntamento del festival eseguiremo la Messa dell’Incoronazione di Mozart ed il Te Deum di Salieri, due opere somme».

Nel secondo appuntamento, domenica 29 giugno eccezionalmente alle 18.30, il Festival Internazionale di Musica Sacra propone un’altra prima assoluta: l’evento giubilare “Del folle amore” del grande compositore Alessandro Solbiati, una produzione che l’autore ha voluto dedicare alla madre di Giulio Regeni e a tutte le madri-coraggio del mondo. Il festival è promosso da Presenza e Cultura con il Centro Iniziative Culturali Pordenone e la Regione Friuli Venezia Giulia, con media partners Rai Radio3 e Rai Fvg. Tutte le informazioni su musicapordenone.it

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