Navarons, 16 ottobre 1864: Andreuzzi guida la rivolta

VALERIO MARCHI. In questo periodo cade il 150° dei Moti friulani del 1864, progettati dal Partito d'azione già nel 1863, due anni dopo la proclamazione del Regno d'Italia; nel contempo ricorrono il 210° della nascita e il 140° della morte del loro principale animatore, il dottor Antonio Andreuzzi. Nativo di Navarons presso Meduno, fu personaggio di rilievo: affiliato alla Giovine Italia, esponente della massoneria risorgimentale, era fraternamente vicino a eminenti patrioti dell'epoca (in primis Mazzini e Garibaldi). Degli altri protagonisti del 1864 ricordiamo per tutti Silvio Andreuzzi (figlio di Antonio), Titta Cella, Marziano Ciotti, Lodovico Michielini, Francesco Tolazzi.
Già attivo negli anni Venti e Trenta, Andreuzzi padre partecipò tra il 1848 e il 1866 alle tre guerre d'indipendenza. Al termine della seconda, segnata dal disinganno dell'armistizio di Villafranca, Mazzini e altri patrioti auspicavano un'insurrezione in Trentino, Cadore e Friuli (ancora sotto il dominio asburgico), nel cuore di un disegno di ampio e moderno respiro, in vista di un'Europa unita, una federazione democratica e repubblicana di popoli liberi. Dopo lunghi preparativi, contatti con altri gruppi rivoluzionari, ordini e contrordini, il 16 ottobre 1864 ebbe inizio la sfortunata impresa, basata sull'organizzazione di bande armate dal Tirolo all'Isonzo, per trascinare nel conflitto contro l'Austria i volontari garibaldini, il governo e l'esercito regio.
Si è discusso a lungo se la complessa e a tratti rocambolesca avventura sia stata avventatezza o lucido eroismo. Comunque sia, benché non abbia ottenuto l'obiettivo primario, essa, segnata peraltro da tratti quasi leggendari, non fu una semplice appendice nel Risorgimento. Ciò è stato d'altra parte chiarito da storici illustri, fra cui il romeno Stefan Delureanu, ospite di spicco in un convegno tenutosi nel 2004 (bicentenario della nascita di Andreuzzi) fra San Daniele del Friuli e Meduno, intitolato per l'appunto I Moti Friulani del 1864: un episodio del Risorgimento europeo. Non tutti sanno, inoltre, che la breve e drammatica epopea fu immortalata da Luigi Mercantini - autore di celebri componimenti quali l'Inno di Garibaldi e La spigolatrice di Sapri - nel poema Le rupi del Dodismala, dedicato proprio all'eroe di Navarons.
«Il soffrire per la patria è dolce. Specchiatevi in me … Viva l'Italia una ed indipendente!», scriveva l'Andreuzzi alla famiglia mentre lottava per la patria, di certo ricordando il celebre verso di Orazio "dulce et decorum est...", e aggiungeva: «Ringiovanito, alla testa di una banda di giovanotti, valico monti, supero precipizi, dormo sui sassi bagnato come gli altri, soffro fame e sete e sto benissimo. Che miracolo è questo? domandalo all'amor di patria, onnipossente affetto!». Tuttavia, dopo essersi speso per siffatti ideali, non desiderò onori e trascorse povero e dimenticato i suoi ultimi anni a San Daniele del Friuli, dove nel 1854 aveva accettato la condotta medica, esercitata con abnegazione e generosità (basti dire che fu definito "padre dei poveri"), e dove promosse la Società operaia di mutuo soccorso. E proprio a San Daniele morí, il 20 maggio 1874. Nel 1950 il medico udinese Oscar Luzzatto (al quale lo scorso gennaio, nel 50° della morte, è stato dedicato un convegno a Udine) ravvivò il ricordo del collega nel suo Saggio di bibliografia medica friulana, onorando colui la cui «energia dell'azione fattiva tutta assorbì la Sua vita», il cui «spirito di indomito assertore di verità» permaneva «in quella visione che gli fu costante compagna di vita: l’ideale, che per i grandi è il solo vero».
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