Nasce la Scuola di Limes, la geopolitica per formare una nuova classe dirigente

L’iniziativa
Limes fonda la sua Scuola di geopolitica. Dopo quasi trent’anni, la rivista italiana di geopolitica ha deciso di mettere la sua esperienza al servizio della formazione della nostra nuova classe dirigente. La Scuola di Limes, che partirà il 9 aprile, è aperta ai neolaureati ma anche ai quadri e ai dirigenti pubblici o di imprese private che ogni giorno si confrontano con il mondo. Obiettivo: usare gli strumenti della geopolitica per analizzare a partire dai nostri interessi le partite di potere tra gli Stati e i grandi soggetti politici, economici e informali proiettati sulla scena internazionale. Più che necessario, urgente.
Siamo infatti entrati in una fase di massima turbolenza che investe frontalmente anche l’Italia. Anzi, noi più di altri. Tre esempi.
Primo, la sfida Usa-Cina per il primato planetario ci tocca direttamente dopo che abbiamo firmato, da alleati dell’America, un’intesa con la Cina, suo Nemico assoluto. Risultato: rappresaglie americane e quasi nessun vantaggio economico nel rapporto con i cinesi. Confermando Washington e Pechino nei loro stereotipi circa l’inaffidabilità italiana. La tempesta americana in corso non fa che accentuare i rischi di questa postura.
Secondo, la crisi del nostro debito, che rischia di portarci alla bancarotta, quindi alla fine dell’euro. Con conseguenze planetarie. Ma soprattutto mette in questione i nostri decisivi rapporti con i partner europei, a cominciare da Germania e Francia. I quali potrebbero stabilire che siamo troppo grandi e troppo imprevedibili per essere salvati (da noi stessi). Risultato: non sappiamo come sopravvivere a un simile shock, tanto è vero che non abbiamo concreti, aggiornati piani di emergenza.
Terzo, la nostra frontiera Sud, quella che ci separa da Caoslandia – lo spazio africano e mediorientale investito da guerre, crisi, migrazioni di massa – è cambiata. Al di là del Canale di Sicilia ci sono oggi i turchi a Tripoli e i russi in Cirenaica. Per restarci. Gli americani non muovono un dito, per ora. Gli altri europei nemmeno. Semmai, contro di noi. Risultato: invece di confinare con Caoslandia rischiamo di finirci dentro.
Questi sono solo alcuni degli scenari che affronteremo nella Scuola di Limes. L’abbiamo definita «Non-accademia di geopolitica e di governo». Perché il nostro approccio è pragmatico, non meramente teorico. Geopolitico, cioè deputato all’analisi e alla soluzione delle dispute di potere in spazi e tempi determinati, tenendo conto dei fattori strutturali: culturali, storici, economici, geografici. Oltre agli analisti di Limes, parteciperanno a questa impresa studiosi, protagonisti e testimoni italiani e stranieri, confrontandosi senza pregiudiziali ideologiche, carte in tavola. Da oggi gli interessati possono chiedere di iscriversi. —
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