Far east, focus sul Giappone: fra giovinezza e relazioni è in corsa con 11 pellicole

Shin: «Il protagonista di Good luck riflette la mia personalità». Saki: «Nella mia opera ci sono fatti reali della mia vita»

Elisa Pellegrino

In questa edizione del Feff sono undici i film in arrivo dal Giappone, molti dei quali incentrati sulla giovinezza e le relazioni. Tra questi, troviamo “Good Luck” di Adachi Shin, “Rewrite” di Matsui Daigo e “See you tomorrow” di Michimoto Saki, interpretato da Tanaka Makoto e Shigematsu Risa.

«Il protagonista di “Good luck” – racconta Adachi Shin, famoso per aver girato “100 Yen Love” nel 2015 – riflette molto della mia personalità. Mi è capitato spesso di pensare che, se facessi un viaggio come quello che fa lui, farei anch’io un incontro come il suo. Nella vita non ho mai conosciuto un’eroina come Miki, ma ho inserito parti del mio privato e della mia relazione attuale o di quelle passate».

«Mi stupisce sentire questo – interviene la produttrice Adachi Akiko – perché credo invece che in questa sua opera ci siano meno elementi autobiografici del solito».

Riguardo al processo creativo, il regista si sofferma sul fatto che la pellicola inizialmente dovesse durare meno. «Avevamo pensato a un film molto breve, di circa quaranta minuti, ma col tempo ci siamo accorti che non ci bastavano per sviluppare la storia, così siamo arrivati ad un’ora e quaranta. Mi sono reso conto che, più mi veniva data libertà di espressione e meno riuscivo a gestirmi».

All’interno della pellicola, anche il protagonista Taro si mostra incerto nei suoi primi passi da documentarista, tanto che finisce per vagare tra luoghi sperduti del Giappone in cerca di risposte. «Ho messo nel mio personaggio l’insicurezza che provavo io nel girare questo film».

Se in “Good luck” siamo di fronte a circostanze curiose, ma possibili, in “Rewrite” entriamo invece in un universo di fantasia che ha a che fare coi viaggi nel tempo.

«Molte delle mie opere – afferma Matsui Daigo – riguardano la giovinezza e le storie d’amore, ma qui ho scelto dei personaggi nella seconda metà dei vent’anni e ho inserito una visione del tempo frazionata”.

Il film è un adattamento del romanzo di Hojo Haruka e rende anche omaggio al celebre “La ragazza che saltava nel tempo” di Obayashi, non solo per la tematica, ma anche perché la storia è ambientata a Onomichi, la città natale del grande regista.

«Ho raccontato di un viaggio temporale in un luogo in cui il tempo sembra fermo, quindi ho unito due elementi contrastanti cercando di farli avvicinare».

Infine, passando a “See you tomorrow”, veniamo catapultati in un college movie fatto di prime amicizie e primi amori, ma che esplora anche un’emozione frequente, eppure poco discussa nel cinema: l’invidia. «Nella mia opera – spiega Michimoto Saki – ci sono fatti reali della mia vita. L’idea per la trama mi è venuta quando, tempo fa, ho ferito un ragazzo che frequentavo e volevo che nella storia la protagonista si comportasse meglio di me. Perché sì, fa cose sgradevoli anche lei, ma continua a voler bene al suo ragazzo senza abbandonare la passione per la fotografia».

Si può dire che la fotografia, ovvero la materia principale che i personaggi studiano in accademia, diventa anche il collante della storia. «Insegnavo agli attori – continua la regista – come tenere la macchina fotografica e li spingevo a scattare almeno una foto al giorno». A proposito della fase di casting, il produttore Ichihashi Koji aggiunge: «Abbiamo fatto le audizioni tramite un workshop con 400 persone e, grazie a queste prove, c’è stata la possibilità di creare un forte team, con cui discutere anche delle tecniche per pubblicizzare il film».

La regista e due delle attrici, nel presentare la pellicola a Udine, stanno per esempio indossando una maglietta a tema. Tanaka Makoto, che interpreta la protagonista, si mostra felice di aver approcciato con più professionalità il mondo della fotografia. «Mi sono resa conto che, quando si fa una foto in analogico, bisogna mettere il proprio cuore in ogni scatto».

Mentre Shigematsu Risa, parlando delle sue fonti d’ispirazione cita anche Adachi Shin, lì con lei durante l’incontro. Credo che vedere “100 Yen Love” mi abbia proprio spinto a diventare un’attrice». 

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