Musica e amicizia da 50 anni: la festa della DK Blues Band

COLLOREDO DI MONTE ALBANO. «Dobbiamo uscire da questo luogo. Se è l’ultima cosa che abbiamo mai fatto, dobbiamo uscire da questo luogo, perché, ragazza, c’è una vita migliore per me e per voi».
Era la voglia di evasione di quegli anni ribelli e lontani, ma mai usciti dal cuore.
Gli Animals della citata We’ve gotta get out of this place, per molti di noi non significavano l’alternativa a Beatles o Stones o soltanto una bella cover di House of the rising sun, erano la rabbia bianca e nera che esplodeva con la voce di Eric Burdon, erano la magia assoluta del gruppo che tutti volevano diventare.
Anche in Friuli la pensavano così in quella stagione dove il 90 per cento dei gruppi beat (li chiamavano tutti così) faceva cover, qualcuno osava cose sue, pochi suonavano bene, pochissimi sceglievano l’impervia strada del blues.
A noi piacciono i pochissimi, per cui è con piacere che aspettiamo la festa per il cinquantesimo compleanno della DK Blues Band, di quei piccoli sogni musicali di paese (della Bassa) che Oriano Ferini (armonica e voce), Edi Cappelletto (chitarra), Claudio Cojaniz (piano), Erbeno Sguassero (basso) e Luciano Fornezza (batteria) coltivavano con passione suprema.
L’appuntamento è per le 20 di domenica (23 agosto) da Vico a Caporiacco, per una serata di bules e amicizia che sarà aperta dalla Mc Fogherty Band, ovvero Maico Foghini (chitarra e voce), Maurizio Barusso (basso) e Adriano Piu (batteria) con il suo tributo a Jimi Hendrix (a proposito di giganti...).
Poi toccherà ai Blue Tools (Desi Tondella voce, Bob Taverna chitarra, Andrea Tavain basso e Simone Mosanghini batteria), con special guest Fabio Turchini (voce e batteria). Infine, riflettori puntati sulla DKB.
Dunque, cinquant’anni di amicizia in musica senza arrendersi mai. Fin da quando quei ragazzini di 13 e 14 si ritrovavano con gli occhi pieni di sogni in una vecchia fornace dismessa di San Giorgio di Nogaro, profondo Sud, per suonare, provare pezzi nuovi e fare festa.
Quella stagione scandita da Animals, blues nero o britannico - con qualche italico intermezzo - durò 5 anni, poi ognuno seguì la propria strada, chi rimase nella musica (e ad alto livello, come Claudio), chi si dedicò al mondo dello sport, chi fece altro.
Ma la tentazione di ritrovarsi e fare musica insieme è sempre lì, dietro l’angolo del cuore. E così nel 1995 il motore blues si riaccende per una stagione altra, scandendo un nuovo ritmo di vita (compatibilmente con gli impegni di tutti), perché l’amicizia non muore mai, come quella di Claudio Bianco di Moruzzo, che mette la sua attrezzata cantina musicale a disposizione di tanti irriducibili.
Si dice spesso, a volte con retorica a volte no, che la musica salva, ti mantiene in rotta, ti fa battere il cuore più forte. Con questi ragazzi per sempre è accaduto e accadrà anche a Caporiacco.
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