“Qui/Altrove”: storie di migrazioni in mostra al Museo Etnografico di Udine

Un viaggio tra partenze e arrivi, dal Medioevo a oggi, con testimonianze, oggetti e un podcast per riflettere sulla mobilità in Friuli

Margherita Scialino

 

“Ognuno di noi ha una storia di mobilità nella propria famiglia”. Da questo presupposto nasce la mostra Qui/Altrove. Migrazioni d’oggi in Friuli, frutto affascinante di un progetto di ricerca storico-etnografico curato da Pamela Pielich, Caterina Vidon, Sara Tandelle, Rachele Venuto e Nicole Ciani.

L’esposizione sarà visibile da oggi, sabato 31, al 28 settembre a Udine al Museo Etnografico del Friuli che ha per ambizione quella di essere «un luogo di dibattito in cui confrontarsi su temi attuali senza dimenticare il passato» spiega Caterina Vidon che aggiunge: «Parlando di migrazioni, sentiamo raccontare poco gli spostamenti dei friulani nel mondo oppure delle storie di chi trova il proprio altrove nella nostra regione. Noi ci siamo interrogati esattamente su questo».

I movimenti migratori dal Friuli hanno luogo dal Medioevo quando i cramârs raggiungevano il Veneto, i Balcani ed altri centri europei per vendere stoffe, spezie e medicamenti. Riflettere sulle mobilità oggi non può, dunque, trascurare il passato: per questo, Qui /Altrove è ospitata al primo piano del Museo Etnografico incoraggiando, così, il pubblico a recarsi prima nella sala permanente (a sinistra rispetto all’ingresso) per scoprire le storie dei nostri antenati espatriati in Europa e nel mondo.

La visita prosegue al primo piano dove si entra nel vivo dell’esposizione. Alcuni pannelli diffondono video dove a raccontare la propria storia è chi è arrivato in Friuli da un altro paese. Siamo nella sala dell’immigrazione e a terra troviamo gli oggetti che hanno accompagnato i singoli intervistati durante i loro spostamenti. C’è Pateletso, dall'Africa, che consegna alla mostra un dipinto con una riga gialla su sfondo bianco e rosso, forse a simboleggiare il suo tracciato di vita. C’è Rocìo, colombiana, per cui la danza è parte del proprio Dna: un vestito tramandato da madre in figlia è ciò che si è portata nel suo altrove, il Friuli.

Nel dicembre 2022, la popolazione straniera in regione ammontava a 116.340 persone, giunte per lavoro, studio e ricongiungimento familiare. Le ricerche su cui si basa la mostra affermano che sono 200.000 i friulani e i giuliani all’estero: quella dei nostri corregionali espatriati è, insomma, una presenza importante che è confermata dagli oltre 140 Fogolârs furlans diffusi sui cinque continenti. Questo è ciò che ci viene raccontato nella sala degli expat, dove scopriamo la storia di Sara, di Pradielis, che dopo una prima mobilità in Egitto mette su famiglia in Australia. C’è anche Raphael, udinese trasferitosi per lavoro in Sud Africa. «I dati dell’Istat che sono presentati in questa sala dipingono il panorama dell’emigrazione regionale degli ultimi vent’anni. Sono principalmente gli uomini a partire ma dopo la pandemia sta crescendo gradualmente il numero di donne che lascia la regione» spiega Caterina Vidon.

Fedele allo spirito del museo in cui è accolta, l’esposizione si conclude con le storie di una famiglia di Valvasone e di una signora ora quasi centenaria così da riportare lo sguardo alle mobilità di ieri.

Oggi, sabato 31 alle 17, la mostra sarà inaugurata al pubblico.

«Il nostro progetto s’intitola Qui/Altrove e vorremmo che andasse oltre i confini fisici del luogo in cui è ospitato. Per questo motivo, abbiamo creato un podcast che sarà disponibile sulla pagina YouTube dei Civici Musei di Udine».

Numerosi gli ospiti che rifletteranno sul tema delle migrazioni: tra questi, l’Ente Friuli nel Mondo, l’Associazione Giuliani nel Mondo e Giustina Selvelli (autrice del libro “Capire il confine. Gorizia e Nova Gorica: lo sguardo di un’antropologa indaga la frontiera”).

La mostra sarà visibile durante gli orari di apertura del museo: il giovedì dalle 10 alle 14 e da venerdì a domenica dalle 10 alle 18. —

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