Morganti e il mistero dell’Eretica: i Catari nel Friuli del Cinquecento

Lucia Burello

Opporsi alla Chiesa Cattolica, da credenti o no, ha caratterizzato la storia e la cultura del Friuli Venezia Giulia. Dalla Chiesa di Aquileia, elevata a Patriarcato per sottolineare l’indipendenza gerarchica da Roma e Costantinopoli, e non a caso dotata di una liturgia autonoma, il rito aquileiese, fino agli interessanti resoconti dei processi dell’Inquisizione (uno fra tutti, quello contro Domenico Scandella detto Menocchio, mugnaio di Montereale Valcellina), la nostra letteratura si è via via arricchita di spunti scientifici di interesse internazionale. Insomma: quando si parla di eresia, il Friuli va a nozze! Ed è proprio in questo contesto che si colloca il successo della fortunata serie di romanzi storici di Paolo Morganti, ambientati nel Friuli del XVI secolo, la cui ultima fatica, “L’eretica” (Morganti editori, 368 pagine, 19 euro) è da pochi giorni in tutte le librerie.

Dopo una ricerca durata due anni, il romanzo di Morganti narra ancora le avventure di pre’ Michele Soravìto e dell’alchimista Martino da Madrisio, che nel 1535 lasciano la Carnia per far luce su misteriosi eventi in cui la verità della Fede si mescola a verità soprannaturali. Il teatro degli eventi, questa volta, è la Riforma protestante in Friuli, dove l’attenzione dello scrittore si concentra sulle antiche sette eretiche cristiane dei Bogomìli e dei Catari che, dal X al XIII secolo, si diffusero nell’Impero Bizantino, in Bulgaria, Bosnia, Italia e Francia.

In un avvincente viaggio che inizia a Zuglio per poi proseguire alla volta di Spilimbergo, San Tomaso di Majano, Gemona e Basovizza, tra documenti antichi, vaticini e misteri, i protagonisti scopriranno una verità capace di sconvolgere i disegni politici e religiosi dell’epoca: l’esistenza sul nostro territorio di seguaci del Catarismo, creduto estinto alla fine del XIII secolo dopo i massacri perpetrati dalle crociate cattoliche.

Ecco che in pieno Scisma Protestante, su questa terra dove aleggia il mistero di un sermone pronunciato da Martin Lutero al convento agostiniano degli eremitani a Venzone, pare serpeggi una setta pronta a un rinnovamento morale fondato sull’antitesi tra bene e male, spirito e materia, e su un esasperato ascetismo. Secondo i suoi adepti, “i Perfetti”, per sfuggire a Satana, infatti, è necessario sottrarsi a tutto ciò che è materiale, compreso il corpo.

Fantasia o realtà?

«Esiste una documentazione circa la presenza dei Catari a Gemona – spiega Morganti -. Nel romanzo ho dato comunque spazio alla creatività, basandomi sull’ipotesi plausibile che i Bogomìli, per andare in Francia e confluire nelle comunità dei Càtari e degli Albigèsi, necessariamente sono dovuti passare dal Friuli. Prima di stendere i romanzi – continua l’autore - faccio un’accurata indagine sul territorio, verificando i luoghi com’erano nel Cinquecento. Parto spesso da fatti storici accertati e da qui sviluppo le mie storie. Nei vari titoli ho parlato così di stregoneria, di Giovanniti, di Celti e di eresia. Nei miei romanzi il mistero è la parola d’ordine e in questo, il Friuli, terra ricchissima di tradizioni, mi aiuta moltissimo». —



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