Michielin: un duetto con Elisa? Magari. Alle volte parliamo in dialetto

Francesca sarà una delle stelle di Cividale: sul palcoscenico il 3 settembre. «Nel nuovo tour mi sono divertita a riarrangiare i brani in una modalità rock»

CIVIDALE. Poco più di 21 anni (compiuti lo scorso febbraio), eppure dimostra già una maturità fuori dal comune. Impegnata nelle ultime tappe del Festival Show (salirà sul palco di Mestre il 26 e sarà una delle stelle di Cividale il 3 settembre), Francesca Michielin ha le idee perfettamente chiare sul proprio percorso artistico ed è già pronta per il suo nuovo tour, dopo il precedente Nice to meet you nel quale si presentava da sola, in forma unplugged, cantando con l’aiuto degli strumenti che utilizza personalmente (basso, chitarra, pianoforte, timpano...), mettendosi artisticamente a nudo in una specie di autobiografia musicale itinerante, nella quale raccontava in modo speciale e autentico il suo mondo.

«Manterrò questa autenticità anche nel nuovo tour – ci confida in occasione di un recente incontro a Lignano Sabbiadoro – pur se si tratterà di concerti meno impostati sull’acusticità: sarò infatti accompagnata dalla mia band e saranno incontri con una buona dose di fisicità: mi sono infatti divertita a riarrangiare i brani dei miei dischi in un modalità più rock, molto più vivi ed energici. Ma ci saranno anche momenti che vestirò di intimità».

- Qualche informazione in più su date e località?

«Volentieri: il tour si chiamerà “di20are live” e sarà il modo per unire e mettere a frutto l’esperienza di quest’anno. Si partirà il 5 ottobre da Brescia e ci saranno undici date in giro per l’Italia, tra cui Milano, Siena, Nonantola, un paio di location in Puglia e in Veneto sarò a San Biagio di Callalta, al “Supersonic”. Suonerò i miei sei strumenti, ma soprattutto ci saranno i ragazzi della band e quindi tutto sarà molto più divertente».

- Il tuo modo di suonare il timpano, le percussioni... sembra aver condizionato molti. Hai notato che più di qualcuno ti ha imitato?

«Sì, e ne sono felice, perché forse significa che sto dando degli stimoli nuovi, diversi, nel modo di affrontare la musica, il palco, il pubblico, con un certo stile. So che molti hanno ripreso questa cosa... e non solo questa (sorride - ndr)».

- Hai adottato una Pigotta dell’Unicef, salvando così la vita a un bambino in Africa. Un bel gesto, un esempio da seguire. La conservi ancora?

«Certo! È sempre con me e mi seguirà per tutto il tour».

- Dopo l'Eurovision Song Contest cos'è cambiato per te?

«Tante cose: ho avuto un’esposizione internazionale e questo ha ampliato moltissimo l’audience. Ora ricevo richieste e mi posso confrontare con ragazzi della mia età di diversi Paesi, che condividono la passione per la musica e tutto questo offre spunti per una crescita».

- Il testo in inglese di Nessun grado di separazione era tuo, giusto?

«Sì, è un adattamento del testo originale. Ho chiesto solo una supervisione per la verifica».

- Torniamo al Festival Show: a Cividale ritroverai anche Elisa... è possibile che scappi un duetto o un featuring?

«Mi piacerebbe ma non credo, perché in questo momento lei sta seguendo altri progetti e anche altri giovani. Elisa rimane in Italia l’artista musicale femminile che stimo di più».

- Ai tempi della tua vittoria a X Factor e dell’album d’esordio Riflessi di me, la supervisione artistica di Elisa e la produzione di Andrea Rigonat avevano dato un valore aggiunto alla tua cifra stilistica. Ricordi cosa dichiaravi al tempo?

«Sì, certo: dicevo che lavorare con Elisa è molto bello, perché è una persona diretta e trasparente. A volte ci parliamo anche in dialetto e nonostante lei sia un’artista ad altissimi livelli - per qualità e notorietà - ha mantenuto sempre un atteggiamento disponibile e low profile».

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