Mezzo secolo di storia di Aiello Bressan regala il suo archivio

In un centinaio di pubblicazioni il percorso compiuto dalla comunità Venerdì la serata di ricordi e riflessioni nella piazzetta del convento  

l’incontro



Aiello è un piccolo grande mondo a sé nella Bassa friulana, una sorta di enclave che marcia secondo visioni e traiettorie particolari. Basta frequentarla e assaporarne le atmosfere per capire la singolarità di un luogo che da una ventina d’anni è noto in Friuli, e altrove, come “il paese delle meridiane”. Questo è avvenuto perché dietro c’è una lunga storia di iniziative, di incontri, di personaggi che sono originari di lì o che hanno gravitato attorno a questo universo raccontato e studiato in molte pubblicazioni, al punto di creare un filone originale rispetto alla cultura ufficiale, quella decisa dalle istituzioni con sede a Udine.

Tutto cominciò mezzo secolo fa grazie a un gruppo di ragazzi freschi di laurea e pronti alla battaglia politica, con l’ardore tipico dell'epoca.

Di questo si parlerà in una serata (aperta a tutti), tra ricordi, riflessioni e forte suggestione generazionale, venerdì 31 luglio, alle 20.30, nella piazzetta del convento, durante un incontro promosso dal circolo Navarca e dalla biblioteca comunale, dal titolo “Storia di un legame culturale con Aiello: 50 anni di pubblicazioni”.

In tale occasione, Carlo Bressan, protagonista fin da ragazzo nel suo paese con questo impegno politico e sociale per un attivismo anticonvenzionale e alternativo verso il sistema dominante, conferirà alla biblioteca il proprio archivio comprendente un centinaio di pubblicazioni, da lui curate, raccolte, presentate o scritte, che straordinariamente narrano il percorso compiuto da tutta una comunità per capire, discutere e approfondire.

Tra le prime opere c’è la sua tesi di laurea sulle acque freatiche nella Bassa e sul disastro del Vajont, che coinvolse indirettamente anche la nonna Maria Peloi.

All’inizio del cammino appare poi l’esperienza inaugurata con il circolo Arci intitolato al pittore aiellese Arturo Colavini e con il Canzoniere popolare, fondato con Alessandra Kersevan, Paolo Del Ponte, Stefano Civai ed Ettore Borinato.

Le cento pubblicazioni donate alla biblioteca toccano più filoni: c'è quello della didattica e delle scienze (per esempio, il volume in cui Carlo e Franco Bressan e Rodolfo Malacrea scrissero per la prima volta di meridiane e di macchine delle ombre), c'è quello storico, dedicato ad Aiello, alle lotte del Cormor, alla documentazione cartografica, all’amideria Chiozza, con scritti di Stefano Perini, Paolo Gaspari, Furio Bianco, c'è la straordinaria attenzione per la Carnia alternativa, attraverso la poesia di Leonardo Zanier (musicandone i versi o proponendo le sue raccolte, come accadde per la bella edizione di “Che Diaz... us al meriti”, con prefazione di Tito Maniacco) e l’appassionata amicizia e collaborazione con Giorgio Ferigo, ci sono ancora i cataloghi per le mostre di Altan.

Durante l’incontro, presentato da Massimo Vittor, ci si soffermerà ad analizzare tali opere e poi quanto fatto e le esperienze di una generazione politica che, da mezzo secolo, si interroga sulle risposte (date o mancate) e sulle azioni compiute rispetto a sogni e ideali iniziali.

Una serata franca, aperta, dove fare i bilanci e guardarsi negli occhi, con la consapevolezza di poter così documentare un periodo cruciale, allegro e difficile, tra sorrisi e delusioni, ma irripetibile, ad Aiello e altrove. —

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