Malenkovic: «Il mio impegno è suonare per rendere felici»
l’intervista
latisana
Ancora disponibilità per il concerto che l’Ert e il festival “Nei Suoni dei Luoghi” in collaborazione con il Comune di Latisana proporranno oggi alle 20.45 al teatro Odeon di Latisana. Protagonisti Stefan Milenkovich al violino e Enrico Bronzi al violoncello, per un concerto caleidoscopico diviso tra il tardo barocco bachiano, il virtuosismo di Paganini, Ysaÿe e Kreisler per chiudere con la Sonata capolavoro di Ravel. Prevendite: Cit Latisana (043159288 e info@citlatisana.com) e vivaticket.it.
Stefan Milenkovich suona il violino dall’età di 3 anni, e ancora prima di compiere i 14 si era già esibito per Reagan, Gorbaciov e Papa Giovanni Paolo II. Ma il suo cuore, come ci spiega, risiede in Friuli Venezia Giulia.
«Mio nonno era di Rovigno, quindi ho frequentato la vostra regione e ci sono affezionato».
Nella sua carriera ha suonato davanti a importanti personalità. Qual è il concerto più emozionante?
«Difficile fare classifiche. Tutti i concerti portano emozioni, è impossibile scegliere: un evento può essere emozionante anche se non sembra così importante, basta una persona speciale tra il pubblico».
Lei è stato stato riconosciuto come “Most Human Person”, per la sua sensibilità alle cause umanitarie, oltre che “artista serbo del secolo”. Che ruolo ha per lei l’impegno umanitario?
«Essere artista è un impegno umanitario: suoniamo per rendere gli altri più felici. Poi ci sono occasioni di aiuto più concrete, e abbinare arte e impegno è il miglior modo per essere un artista».
Proprio nell’ambito di questo impegno è stato protagonista del “'Concerto al Buio”' all’istituto Rittmeyer per i ciechi di Trieste.
«L’idea è del direttore di Progetto Musica Loris Celetto, e ho subito pensato che fosse un’occasione unica. Ho fatto molti eventi di beneficienza, mai una cosa così particolare».
A Latisana, il pubblico potrà riascoltare molti brani proposti nel “Concerto al Buio”. Come ha scelto il programma?
«Assieme a Enrico Bronzi: un programma di interesse comune, attraente, di sostanza e divertimento, che piace a noi e che mi auguro piacerà anche al pubblico». —
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