Makiko maestra di Shodo e rivive l’arte della calligrafia

UDINE. L’arte della calligrafia affascina gli udinesi. Tra chine e pennelli di bambú ieri pomeriggio la galleria Tina Modotti è stata scuola di Shodo, che in Giappone non è soltanto scrittura bensí una vera e propria forma artistica, considerata anche la base della pittura. Una trentina di studenti e appassionati si sono esercitati per un’ora e mezza a rappresentare gli ideogrammi che compongono l’alfabeto e le espressioni nella lingua nipponica. Guidati dalla maestra Makiko Yamada, che ha illustrato i primi rudimenti dello Shodo, gli “alunni” si sono impegnati per realizzare le loro prime, elementari, opere di scrittura, mentre qualcuno ha approfittato della lezione per affinare le proprie tecniche. «Lo Shodo nel mio Paese è considerato la via alla scrittura - riferisce Makiko Yamada - ed è una delle materie fondamentali nel percorso scolastico dalla seconda elementare fino alla terza media. A questo iter didattico obbligatorio possono poi fare seguito scuole e corsi di perfezionamento». Chi scrive bene, spiega la docente, in Giappone viene considerato un intellettuale di rango superiore e quindi viene molto rispettato e stimato nella società. Padronanza del tratto, immediatezza del gesto, continuità del ritmo, controllo della forza impressa sul pennello e nessuna possibilità di ritocchi o correzioni. Queste sono le regole auree della scrittura giapponese, i cui ideogrammi si ispirano a quella cinese, e che sulla carta di riso - attraverso l’inchiostro - dà vita a quelle che sono considerate opere d’arte. Prima le piú facili linee dritte tracciate con il pennello imbevuto d’acqua su una “tavola speciale” (un cartoncino in grado di asciugarsi rapidamente) per prendere familiarità con gli “strumenti del mestiere”, quindi le prime curve per armonizzare le proprie creazioni: gli aspiranti artisti della calligrafia non hanno perso un minuto per cercare di assorbire il piú possibile l’abc dello Shodo. «Non è affatto semplice - osservano due studenti, Giulia ed Henry - ci vogliono esercizio e manualità, e appena abbiamo scoperto il laboratorio abbiamo subito approfittato perché siamo appassionati di calligrafia». A Chiara e Margherita piace dipingere, ma partecipando al corso si sono accorte che la tecnica alla base della scrittura dei caratteri è completamente diversa. E c’è anche chi, spinto dalla curiosità di conoscere l’arte di un nuovo maestro, è arrivato da Trieste per perfezionare le proprie competenze. «Studio il giapponese da sei anni e cambiare docente è sempre una buona occasione per imparare qualcosa di nuovo» afferma la signora. «Questa scrittura rende l’armonia, la grazia e la bellezza, ma ci vuole pratica, concentrazione e studio» riferisce l’appassionata. Un’arte, lo Shodo, capace di rappresentare l’estetica, ma anche di trasmettere alcuni insegnamenti: «È strettamente collegata alla filosofia, insegna a mantenere la calma e ad avere pazienza, perché la perfezione è frutto di lavoro e tenacia».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto