Vienna e i Transumanisti: pittura e filosofia con Walter Bortolossi

Il pittore udinese espone al Polifunzionale dell’Università di Gorizia. Grandi tele, con colori vivaci e movimenti vorticosi

Franca Marri
Particolare di un’opera di Walter Bortolossi: The Transhumanists
Particolare di un’opera di Walter Bortolossi: The Transhumanists

Di cosa staranno mai discutendo Rudolf Carnap, Otto Neurath, Moritz Schlick e gli altri componenti del Circolo di Vienna seduti attorno ad un tavolo mentre, alle loro spalle, si progetta un’umanità in provetta e, poco distante, si avvicina un esercito di soldati capeggiati da un violinista? E chi sono coloro che, seduti ad un altro tavolo, sembrano elaborare la città del futuro mentre alcuni scienziati in camice bianco stanno studiando un enorme cervello umano, affiancati da costruttori appostati su delle alte impalcature?

La pittura di Walter Bortolossi viene ad interrogarci ancora una volta su tematiche legate alla più urgente attualità e ad un passato più o meno recente nella sua nuova mostra personale allestita al Centro Polifunzionale di Gorizia dell’Università degli Studi di Udine, intitolata “Dal Circolo di Vienna ai Transumanisti”.

La sua indagine questa volta intende porre a confronto l’epoca compresa tra le due guerre mondiali e quella odierna, venendo a evidenziare contingenze storiche analogamente caratterizzate da una fase di crisi globale concomitante ad un’accelerazione dello sviluppo tecnologico e scientifico.

Le grandi tele dell’autore, nato a Basilea ma udinese d’adozione, conquistano lo sguardo dell’osservatore con i loro colori vivaci, il movimento spesso vorticoso, la stupefacente ricchezza di immagini, la molteplicità dei rimandi. Seguendo uno stile vicino alla Neo Pop art statunitense e al mondo dei graphic novel, Walter Bortolossi mette in scena racconti in cui i personaggi travalicano i confini spazio-temporali, partecipando ad una fluidità situazionale di contesti che paiono in continua evoluzione. A personaggi reali si affiancano personaggi letterari, a immagini storiche o di cronaca immagini derivanti da suggestioni artistiche, suggerendo analogie e differenze, sempre nuovi spunti di riflessione.

Il discorso parte dai protagonisti del “Circolo di Vienna” i quali, negli anni Venti, riprendono alcuni temi del movimento positivistico ottocentesco, come il rifiuto della metafisica e la concezione della scienza quale unica forma possibile di conoscenza, proponendo un “neopositivismo” basato sul “principio di verificabilità”. Riandando a quel medesimo contesto culturale, politico e geografico, l’artista viene a chiamare in causa lo scrittore Robert Musil che si era avvicinato alle teorie scientiste ma che nel suo romanzo autobiografico “L’uomo senza qualità” rifletteva la crisi e la decadenza dell’intera civiltà del suo tempo.

La dialettica e le contraddizioni ma anche l’ironia e il rimpianto presenti nella letteratura di Musil, ritornano nei dipinti di Bortolossi anche quando immagina di far incontrare Immanuel Kant e Mark Zuckerberg raffigurandoli uno di fronte all’altro, o Jurij Gagarin ed Elon Musk alludendo ai loro desideri di spingersi sempre più Partodalla terra nello spazio. Si arriva quindi ai Transumanisti: nell’ultima opera realizzata dall’artista, intitolata per l’appunto “The Transhumanists”, ai due angoli opposti si trovano una rappresentazione del “Mondus archetypus”, con riferimenti all’alchimia e alla scienza rinascimentale, e la riproduzione della copertina del best seller “La fonte meravigliosa” di Ayn Rand, autrice russa trasferitasi nel 1925 negli Stati Uniti, da molti considerata antesignana del transumanesimo.

Tra queste due citazioni, le aspirazioni a trascendere l’uomo sviluppando appieno le sue potenzialità fisiche e cognitive mediante le nuove conquiste scientifiche e tecnologiche sono espresse anche in questo caso attraverso immagini in movimento, di fronte alle quali lo spettatore viene invitato a trovare dei possibili fili di discorsi sempre e comunque tutti da dimostrare e argomentare.

La sfida ma anche il piacere dell’operazione pittorica di Bortolossi sembra essere proprio quella di coinvolgere il suo pubblico in una discussione aperta verso molteplici interpretazioni e ulteriori sviluppi, condividendo saperi, conoscenze, visioni e impressioni.

La mostra sa Gorizia sarà visitabile dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 18.30, fino al 23 giugno. 

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