L’Ucraina e Putin: alle origini di una guerra

Lo studioso Andrea Graziosi ospite dell’incontro (online per il maltempo) di Friuli Storia sulla guerra: «La concatenazione di tensioni in Ucraina e Medio Oriente non è ovviamente casuale»

Oscar D'Agostino

Un mondo all’insegna dell’instabilità, dalla guerra in Ucraina a quello che sta accadendo in Medio Oriente. Senza dimenticare la crescente posizione della Cina, una superpotenza con la quale bisognerà fare sempre più i conti.

Se ne parlerà oggi con l’accademico e saggista Andrea Graziosi, una delle voci più autorevoli dell’indagine storica contemporanea, ordinario all’Università di Napoli Federico II.

Un evento della prima Winter school promossa da Friuli Storia in collaborazione con l’Università di Udine, dedicata a “Le radici storiche della guerra in Ucraina”, progettato per la direzione scientifica dello storico Tommaso Piffer. Un incontro che doveva essere pubblico ma che è stato spostato online a causa dell’allerta meteo (per partecipare si può richiedere il link scrivendo una mail a info@friulistoria.it).

Andrea Graziosi ha recentemente pubblicato il libro “L’Ucraina e Putin, tra storia e ideologia” (edizioni Laterza).

«La concatenazione di tensioni che si manifesta nel mondo, dall’Europa al Medio Oriente – spiega lo studioso – non è ovviamente casuale, ed è conseguenza di una scarsa attenzione alla cogestione della situazione internazionale.

Credo sia stato un errore decidere, per esempio, che la Cina sia un Paese con cui è impossibile cogestire: è stato fatto negli anni Settanta con l’Unione sovietica, ed è stato utile per contenere o sanare i conflitti di allora. Oggi ci troviamo di fronte al caso di una superpotenza esclusa dalla interazione reale sulle questioni che sovrastano il mondo.

Credo sia l’ora di cercare seriamente una interlocuzione utile, immaginare un dialogo con la Cina come, per fare un altro esempio, con l’India, dismettendo la retorica del “nemico”. Il mondo va gestito con chi c’è: questo ovviamente non significa rinunciare ai propri valori fondanti, ma solo considerare gli scenari per come realmente sono».

Secondo lo studioso, la guerra in Ucraina offre all’Occidente e in primis all’Europa l’occasione per sapersi reinventare dopo il trauma della Brexit e nel contesto della crescita rilevante dei Paesi Brics: «Un’opportunità che l’Europa deve cogliere sul piano politico, per definire che tipo di stato è, o quale modello di stato intende avere come riferimento, ma anche come gestire la regola dell’unanimità e cosa comporta avere dei confini e la loro estensione».

Partendo dalla situazione in Ucraina, il focus della Winter school di Friuli Storia si allargherà a un contesto sempre più complesso: «Il pericolo è che la sovrapposizione della questione israelo-palestinese renda più complicato scorgere il bandolo di possibili soluzioni.

Dopo il protrarsi logorante del conflitto nell’est Europa e la miracolosa affermazione sul campo dell’Ucraina (prima contro l’esercito russo, poi contro la Wagner) potrebbero esserci margini per soluzioni anche se non definitive, per esempio un cessate il fuoco che risulti conveniente anche per l’Ucraina.

Forse proprio questo è l’aspetto più significativo di quanto accaduto dal febbraio 2022, ad oggi: constatare che la Russia si è dimostrata più debole di quanto potessimo prevedere tutti. A cominciare da Putin».

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