Lorenzo Mattotti, l’onestà delle emozioni

Brescia dedica due mostre all’illustratore cresciuto in Friuli che vive a Parigi. «Udine è un bozzolo, mi piace tornare qui e respirare la sua atmosfera»

Margherita Reguitti
L’illustratore e fumettista Lorenzo Mattotti, uno degli artisti più noti e apprezzati in Italia e all’estero
L’illustratore e fumettista Lorenzo Mattotti, uno degli artisti più noti e apprezzati in Italia e all’estero

I suoi disegni più intimi sono lontani dall’estetica e dalla verosimiglianza, puntano all’onestà delle emozioni interiori dalla quale far scaturire forme diverse, belle e vere.

Per Lorenzo Mattotti l’esplorazione introspettiva equivale a scrivere poesie in dialogo continuo con sé.«Mi fa scoprire delle forme che non avrei mai pensato di avere dentro. Mi accompagna e mi aiuta, ancorato al mio mondo interiore non mi sono mai perso».

Il segno è inconfondibile nella determinata leggerezza di colori decisi, di corpi danzanti, passionali ed eterei, partecipi e distanti, sprigionanti una particolare energia, ora onirica, ora di moto leggero e continuo. I disegni sono un gesto artistico- artigianale, sincronia fra mano sapiente, occhio e orecchio.

Lorenzo Mattotti, uno degli artisti più noti e apprezzati in Italia e all’estero, è nato a Brescia nel 1954. Giunse a Udine nel 1971 con la famiglia, nuova sede del padre militare.

La prima personale nel 1977 al Centro Arti Plastiche. Nello stesso anno parte per Milano dove iniziò il cammino nel mondo underground del fumetto e delle riviste.

Nel capoluogo friulano ritornò a fine 1991; da qui collaborava con prestigiose testate fra le quali New Yorker, Le Monde, Frankfurter Allgemeine e Repubblica.

Nel 1998 la scelta di far crescere i due figli Ambra e Simone all’estero; a Parigi dove oggi vive con la moglie gallerista Rina Zavagli.

I legami con il Friuli Venezia Giulia sono però rimasti solidi nel segno della famiglia, i fratelli e la sorella vivono a Udine, e dell’amicizia, soprattutto con Giovanna Durì, disegnatrice, docente e curatrice di sue importanti esposizioni.

La poesia di Mattotti parla dai manifesti dei festival internazionali più importanti, la passione per il rock lo ha legato prima al mondo del fumetto e della stampa alternativa, portandolo successivamente a collaborare con Lou Reed.

Nel 2005 ha incontrato la danza attraverso i ritmi e i colori del carnevale di Rio. Ha lavorato per la televisione, per il teatro e per il cinema. Il 2019 è l’anno che ha segnato la realizzazione in teatro di “Hansel e Gretel”, opera romantica su musica di Engelbert Humperdinck, e l’uscita della prima regia del film di animazione “La famosa invasione degli orsi in Sicilia” dalla favola di Dino Buzzatti.

Così si racconta: «Scelgo progetti che sento, che sono capace di realizzare, non lontano dalle mie corde. Quando le immagini nella testa arrivano in maniera naturale significa che posso».

Pragmatico nella scelta di mostre personali: «Concretezza, professionalità e impegno, in aggiunta alla chiarezza del progetto, sono gli elementi che prendo in considerazione quando mi viene proposta una mostra.

Lascio perdere quando il tema è troppo generico e non c’è budget. Oggi molti aspetti laterali come la comunicazione e la promozione sono importanti tanto quanto l’aspetto artistico».

Il rock lo ha portato al disegno ma oggi cosa ascolta? «Cerco musiche che mi sono sfuggite nel passato, la radio mi suggerisce nuove esplorazioni, continuo a sentire i classici del rock che ho amato. Ma oggi oltre alla classica contemporanea ascolto brani che mi permettano di riflettere e pensare, non sono monotematico”.

Quando è a Udine si sente a casa e il suo desiderio è di tornaci più spesso, compatibilmente con gli impegni. Se rientrasse in Italia però sceglierebbe Venezia: «Vi ho studiato e vissuto per due anni, una città è tua quando ci vivi, hai delle storie, degli amori.

Udine è un bozzolo, mi piace respirare la sua atmosfera, fare cose semplici come magiare il frico con la polenta, è sempre bello tornare. “Hansel e Gretel” è stato allestito in decine di importanti teatri in Francia, nel futuro mi piacerebbe portarlo a Udine.

Lo stesso spettacolo potrebbe rivivere in forma di video nel quale alla recitazione, alla musica e alle mie mani che disegnano venga aggiunta l’animazioni. Sarebbe un lavoro ibrido».

L’architettura è protagonista nei lavori di Mattotti: «Non sono un accademico ma all’università ho scoperto che si possono raccontare le storie con gli ambienti, lo spazio, il rapporto spaziale tra i personaggi, creando profondità, mistero, evocare narrazioni laterali nei vicoli, dalle finestre dietro le porte.

Con la grafica puoi fare quello che vuoi, oltre le proporzioni realistiche segnando un paesaggio dell’anima con riferimenti architettonici».In questo il suo maestro di riferimento è Félix Vallotton, pittore che lo ha di certo influenzato.

Brescia gli dedica fino all’11 febbraio a La Galleria dell’Incisione “Orsi”, bozzetti del film “La famosa invasione degli orsi in Sicilia” accanto a originali di Dino Buzzati, fino al 28 gennaio al Museo Santa Giulia c’è invece l’antologica “Storie. Ritmi. Movimenti”.

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