L’omaggio del Craf a Leopardi: le foto di Giacomelli per “A Silvia”

Il centro per la fotografia nei luoghi del poeta nel bicentenario de “L’Infinito”. La mostra a palazzo Mels con i capolavori di un maestro dell’obiettivo

La Silvia più conosciuta dagli scolari adolescenti italiani di tutte le latitudini. Quella Silvia scomparsa in giovane età, mai diventata adulta, tanto sognata, desiderata, sospirata e osservata da Giacomo Leopardi dall’alto dei “veroni del paterno ostello”.

Quella ragazza mora dagli “occhi ridenti e fuggitivi”, descritta dai suoi versi come “lieta e pensosa” al tempo stesso. Oggi diremmo sexy, probabilmente. A lei e alla sua breve vita, così come descritta nelle efficaci immagini della omonima poesia di Leopardi, “A Silvia”, è dedicata ora una mostra fotografica organizzata dal Craf di Spilimbergo a Recanati alla villa Colloredo Mels (è stata aperta il 20 dicembre e resterà visitabile fino al al 20 maggio del 2019), quale prima di una lunga serie di iniziative volte a celebrare l’importante ricorrenza del bicentenario della composizione de “L’infinito” di Leopardi.

“Infinito Leopardi” è un progetto promosso dal Comitato nazionale per le celebrazioni del bicentenario de “L’Infinito di Giacomo Leopardi”, istituito dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali (Mibac), con la partecipazione di Regione Marche, Comune di Recanati, Centro nazionale studi leopardiani, Casa Leopardi, Centro mondiale della poesia e della cultura e Università degli studi di Macerata, Craf di Spilimbergo appunto.

La mostra organizzata dal Centro per la fotografia friulano si intitola “Mario Giacomelli. Giacomo Leopardi, L’Infinito, A Silvia” (a cura di Alessandro Giampaoli e Marco Andreani) e ha per oggetto il fotoracconto realizzato nel 1964 dal fotografo italiano di Senigallia, Mario Giacomelli (Senigallia 1925 - 2000), custodito presso il Craf.

Si tratta di una sequenza fotografica che sta al centro di uno dei capitoli più affascinanti e meno indagati della storia della fotografia italiana del dopoguerra. Una serie composta da trentaquattro stampe vintages di vario formato, che venne commissionata a Luigi Crocenzi e Giacomelli.

L'iniziativa rientrava nell’ambito di un più ampio progetto di diffusione dei grandi capolavori della letteratura attraverso la fotografia, che coinvolse anche Ugo Mulas, Ferdinando Scianna e Toni Nicolini, di cui il Craf pure conserva l'archivio.

La prima sceneggiatura di “A Silvia” fu scritta da Alvaro Valentini, quella finale fu redatta da Crocenzi in funzione della proiezione televisiva all'interno della trasmissione Rai Telescuola.

Per esigenze didattiche e tecniche le trentaquattro fotografie costituiscono una traduzione fedele dei versi di Giacomo Leopardi. In mostra anche un prezioso apparato di documenti che testimonia la fitta corrispondenza tra Crocenzi e Giacomelli e il Conte Leopardi.

La presenza del Craf è particolarmente significativa, poiché testimonia il valore dell'archivio friulano, memoria e scrigno degli autori italiani più importanti per la storia della fotografia: «Siamo davvero onorati di contribuire alla realizzazione dell'evento che ripensa all’infinito e alle infinite espressioni dell’uomo nella natura, tema portante e modernissimo del pensiero leopardiano – ha dichiarato il direttore del Craf Luca Giuliani – esponendo qui per la prima volta al pubblico il ciclo di immagini conservato negli archivi di Spilimbergo».


 

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto