Lo strano incontro tra Masini e Panariello
La tappa friulana al festival di Majano. «Mai lavorato assieme, era giusto farlo»

Nel cuore sono fiorentini e nell’animo artisti con un posto ben preciso sul palcoscenico, ma soprattutto da sempre amici. “Lo strano incontro” è il sottotitolo dello show “Panariello vs Masini” proprio per stabilire la stravaganza di questo match, che oggi, domenica 23, sarà, dalle 21.30, al festival di Majano, tappa friulana di un lungo tour iniziato ai primi di luglio a Termoli.
A proposito, e voi che ricordi avete della nostra regione?
Giorgio: «Ben chiari riguardo a “Torno sabato”, uno spettacolo che proprio al Carnera di Udine io e il regista Giampiero Solari trasformammo in itinerante».
Marco: «Sono mezzo imparentato con una famiglia di Pordenone e poi in Friuli venivo a trovare Totò di Natale, che già conoscevo ai tempi di Empoli. La vostra è davvero una città ordinata, mi è sempre piaciuta per questo».
Mai lavorato assieme?
Giorgio: «Per anni siamo stati spettatori l’uno dell’altro, oltre a frequentarci assiduamente. Ci è scappata pure qualche vacanza assieme oltre a far parte entrambi del gruppo dei toscanacci con Pieraccioni e Conti. Per portarti un collega sul palco devi fidarti e stimarlo molto, altrimenti vivrai l’avventura piena di patemi».
Marco: «I nostri racconti andavano condivisi col pubblico e così abbiamo deciso di affrontare una lunga camminata sulla stessa strada».
Da che punto avete fato scattare il cronometro?
Giorgio: «Da una riflessione: come possiamo raccontare la vita con leggerezza fra musica e parole? A quel punto s’impose una necessità: ho bisogno di un cantante. Alla fine della caccia mi restarono due opzioni, ovvero Masini, per l’appunto, e i Jalisse. Marco mi disse subito di sì».
Marco: «Da buon amico cercai di far risparmiare qualche soldino a Panariello. I Jalisse sono in due e costano il doppio, capisce?».
È vero che durante le canzoni di Masini il pubblico gioca a tombola?
Giorgio: «Lui canterà una o al massimo due delle sue canzoni, ecco, e durante quei minuti saranno estratti dei numeri e il pubblico potrà svagarsi con le cartelle che distribuiremo all’inizio».
Marco: «Questo serve per alleviare la mia responsabilità di cantante».
Qual è l’atteggiamento del vostro incedere scenico?
Giorgio: «Abbracciamo la vita piena, senza lasciare nulla in tasca. Il comico e il musico, ognuno con il proprio stile narrativo cercheremo di rapirvi per un po’, parlando di noi, di voi, di quel che c’è».
Marco: «Esorcizziamo i dispiaceri con una risata. Alle domande della vita le risposte non sono tantissime e, spesso, neppure soddisfacenti. E allora cosa esiste di meglio di un sorriso? Nulla. Le dirò: io sono il bastone e Giorgio la carota, questo è il senso».
Immagino che ci sia pure uno spazio dedicato all’improvvisazione? Voglio dire, come fosse una pesca al traino. Ogni sera immagazzinate qualcosa di gustoso da raccontare la sera dopo. Può andare come domanda?
Giorgio: «Eccome no. Certo. Noi si raccoglie e poi si svuota sul palco. Guardi, me ne viene in mente una curiosa. Poco prima del debutto io e Marco stavamo in un albergo e il cameriere che ci servì delle bibite mi chiese una foto. Gli dissi: certamente. Il capo cameriere lo riprese. “Perché disturbi i clienti che lavorano!! Anche la foto ti sei fatto fare!!”. E lui pronto: “La foto? Me la chiesta lui a me!”. Non è deliziosa? Vita vera».
Marco: «I cambiamenti fanno parte di qualunque messinscena. A volte piccoli ritocchi a volte pezzi interi che scompaiono e riappaiono altrove. Guai se no. Dobbiamo essere pronti a dribblare qualunque ostacolo. Come si dice nel calcio: saltare l’uomo».
Siete sempre andati d’accordo?
Giorgio: «Ci intendiamo. Poi capita di accorgerci che quella tal battuta andrebbe o smorzata o eliminata o spostata e si lavora insieme per risolvere la questione».
Marco: «Talvolta lui la mette giù troppo facile, ma un’intesa la troviamo sempre. Ah ecco, una cosa la vorrei dire: da quando ho consigliato di mettere a Giorgio le cuffie quando canta, è più bravo di me. E questo non va bene».
Si dice che ci sarà un insolito rendez-vous fra Renato Zero e Masini.. .
Giorgio: «E si dice bene».
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