L’insegnamento ai tempi del virus: ecco la ricetta del prof Maggi

Il docente friulano noto per il reality “Il collegio” ha pubblicato un ebook: «Molti consigli pratici. E l’occasione di ragionare sul futuro della scuola»

UDINE.  Se la data di un rientro a scuola è ancora lontana, ogni giorno milioni di docenti e studenti si incontrano virtualmente per fare scuola, seppur digitalmente. E anche Andrea Maggi, insegnante e scrittore celebre per il docu-reality “Il collegio” di Rai 2, è uno dei tantissimi prof che ogni mattina siede in una cattedra virtuale collegandosi via internet con i suoi studenti.

Da qui, nasce anche il suo ultimo libro, Insegnare ai tempi del Coronavirus, uscito in Molecole (la nuova collana di instant ebook di Piemme), dove racconta le problematiche e gli sforzi dell’insegnamento in questo momento così anormale.

Qual è stato il primo pensiero alla chiusura delle scuole?

«Il panico. Una situazione difficile a più livelli, in primis quello emotivo, soprattutto quello degli studenti e gestirla è stata da subito la mia preoccupazione, perché molti soffrono di ansia e depressione, a causa dello stravolgimento della vita. Seconda da organizzare è stata poi la didattica e ammetto che noi docenti siamo rimasti disorientati, perché nessuno si aspettava di cambiare così radicalmente la scuola. Ci siamo dovuti mettere in discussione e inventare tutto, eravamo senza istruzioni, ma, nonostante ciò, due settimane dopo la scuola è ripartita».

Come mai ha sentito la necessità di scrivere questo libro?

«È un libro rivolto a tutti, essendo un’esperienza che coinvolge molti italiani. Non c’era nulla di simile e sono convinto che, oltre alle inevitabili problematiche, questa situazione ci permetta di ragionare sulle soluzioni ai problemi storici della scuola, e questo libro vuole ragionare anche sul futuro che aspetta la scuola».

Nel dopo, cosa potrebbe rimanere di questo?

«Mi auguro che nel futuro studenti e docenti possano collaborare molto di più, valorizzando maggiormente il libro ma anche le soft skills informatiche, perché ci aspetta un futuro di crisi e ne usciremo solo tramite la conoscenza e il digitale reinventando l’economia».

Come ogni cosa, questa didattica ha i suoi pro e i suoi contro: quali sono?

«Vi è di fatto la totale rimozione della sfera personale, perché è vero che si interagisce anche online, ma rimaniamo sempre delle immagini su uno schermo, manca così tutto il lato sociale e umano della scuola. È anche vero che questa didattica è esclusiva: solo chi ha un pc e una buona connessione può accedervi e sul libro ragiono a come renderla inclusiva per tutti. Il positivo, invece, è che permette a tutti una alfabetizzazione informatica, perché ci siamo resi conto che nemmeno i “nativi digitali” sono in realtà esperti informatici».

E la valutazione?

«È parte integrante, ma a oggi ancora non sappiamo come valuteremo gli studenti, è certo che non verrà presa in considerazione solo questa parte, ma tutto l’anno, bilanciando equamente il giudizio.


 

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