Licia Colò all’Aquileia film festival: una serata su ambiente e natura

Il maltempo continua a disturbare l’Aquileia film festival, la rassegna internazionale di cinema archeologico organizzata dalla Fondazione Aquileia con Archeologia Viva e Firenze Archeofilm in collaborazione con Comune di Aquileia, Regione Fvg, Soprintendenza Archeologia Belle Arti Paesaggio del Fvg, Basilica di Aquileia PromoTurismoFvg, Direzione Regionale Musei Fvg e Museo archeologico nazionale di Aquileia e il sostegno della Famiglia Mattiussi.
Dopo l’annullamento della prima serata causa pioggia, ieri a causa dell’allerta meteo, la serata sulla piazza è stata annullata e il programma previsto è stato interamente trasmesso in streaming. Streaming che in occasione della seconda serata aveva fatto registrare ottimi numeri, oltre mille contatti da tutto il mondo - Italia, Usa, Irlanda, Canada, Francia, Lussemburgo, Belgio, Argentina, Svizzera - andati ad aggiungersi agli ottocento posti esauriti in platea in piazza Capitolo per assistere alle proiezioni in programma e agli incontri.
Oggi, ultima serata della prima settimana, della rassegna (poi dopo lo stop di domani e domenica, si riprenderà lunedì prima della conclusione del festival in programma martedì) la protagonista dell’incontro sarà Licia Colò, conduttrice di “Eden- un pianeta da salvare” e autrice televisiva che ha collaborato con diverse testate giornalistiche. Personaggio molto noto e amato dai telespettatori che ama molto la natura e da sempre è impegnata nella difesa dei diritti degli animali e nella salvaguardia dell’ambiente.
In precedenza sarà proposto al pubblico di piazza Capitolo l’ultimo dei film in concorso “I misteri della grotta Cosquer” regia di Marie Thiry. Un documentario che ci porterà a più di trentacinque metri sotto il mare, nel Parco Nazionale delle Calanques in Francia, dove si nasconde l’ingresso di uno dei più grandi capolavori dell’arte rupestre: la grotta Cosquer, appunto. Il film ripercorre l’incredibile storia di una delle grotte dipinte più importanti d’Europa.
Poco nota, in quanto accessibile solo ai subacquei, questa incredibile grotta custodisce dipinti di 27 mila anni. Nella grotta di Cosquer ci sono più di 500 immagini distinte, realizzate con metodi diversi: alcune sono state incise con strumenti di selce, altre sono state dipinte con le dita o usando il pino silvestre, che veniva bruciato e trasformato il carbone. Gli esperti usano il modo in cui gli animali sono rappresentati nell’arte rupestre per capire quale gruppo culturale e quale tribù dell’odierna Europa li abbia disegnati. Dalla ricostruzione scientifica, si è potuto appurare che, 27 mila anni fa, la grotta era situata ai piedi di un calanco, avanti al quale si trovava probabilmente una steppa: era il periodo dell’ultima glaciazione, dunque il clima era assai più rigido di adesso e paragonabile a quello dell'attuale Norvegia. Il mare si trovava ad 8-10 km di distanza, con l'imbocco della grotta a circa 120 mslm. Gli uomini preistorici la frequentavano a scopi rituali o di caccia, ed è stato appurato che, nel periodo intercorso tra le diverse datazioni delle pitture, la cavità rimase abbandonata.
Oggi però questa grotta è minacciata dall’innalzamento delle acque.
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