Danzatori Messaggeri di luce: a Mittelfest un intreccio tra arte visiva, musica e movimento

Appuntamento a Cividale il 21 luglio alle 19.30.  Lo spettacolo privilegia corpi esposti in abiti total black

Elisabetta Ceron
Messaggeri FOTO Ale Rizzi
Messaggeri FOTO Ale Rizzi

La compagnia Arearea riporta il corpo e la danza a Mittelfest , lunedì 21 luglio alle 19.30 nella Chiesa di San Francesco, con Messaggeri, prima assoluta, uno dei suoi progetti più articolati firmato da Maria Elisabetta Novello in collaborazione con Roberto Cocconi e Luca Zampar (coreografie) e Fabiana Noro, direttrice del coro polifonico maschile di Ruda, e con il contributo di Lisa Colautti (audiodescrizione), Stefano Bragagnolo (disegno luci) e Gabriele Rampogna (percussioni).

In uno strato denso di cenere e polvere, i danzatori aspirano a essere “messaggeri di luce in questa epoca buia” attraversando i principi di trasformazione, fragilità e bellezza che rimandano all’essenziale, un’esperienza di arte totale che unisce materia e trascendenza in un crescendo di tensione e spiritualità. Lo spettacolo, che muove dal Preludio andato in scena l’estate scorsa a Venzone nell’ambito di AreaDanza_Urban dance festival, privilegia corpi esposti in abiti total black, ora stanziali ora animati da traiettorie pronte a intersecare lo spazio in ogni direzione. Non esiste una distinzione netta tra interpreti e pubblico: tutti sono immersi nello stesso flusso, partecipano a una visione sonora che dà forma all’indicibile attraverso la presenza del corpo che allontanandosi dalle sue inibizioni provoca effetti inattesi.

Cosa accade negli spettatori che, disposti in cerchio attorno all’azione, diventano a loro volta testimoni e messaggeri di un qualcosa di estremamente intimo e condivisibile? Le dinamiche si fondono con il mistero delle musiche corali sacre, una dimensione in cui tutti compartecipano alla realizzazione dell’opera. I corpi si cercano e si sostengono a vicenda, rivelano la propria vulnerabilità e, nella parola, nel gesto, nel suono generati live si fanno portavoce di un qualcosa di nuovo e profondo. I movimenti attinti dalla quotidianità sono inquadrati in un preciso schema coreografico fatto di dinamiche misurate, fluide e sospese, che assecondano la partitura vocale del collettivo di Ruda, chiamato a seguire e dare il ritmo al gruppo di danzatori formato da Luca Zampar, Andrea Rizzo, Fabio Pronesti e Luca Di Giusto.

L’intreccio tra arte visiva, musica e movimento produce una partitura univoca che intercetta le pulsazioni e i respiri della danza facendo vibrare gli interpreti in un atto rivoluzionario e liberatorio. «La voce danza e il corpo canta», affermava l’artista statunitense Meredith Monk, conosciuta per le sue innovazioni nell'uso del canto insieme a tecniche da lei sviluppate nelle sue performance. Una reciprocità manifesta nelle musiche corali sacre contemporanee che si dispiegano nello spazio come un’orazione soffusa che si contrappone alla matericità dei corpi: una riflessione sul caos e sul desiderio di ridisegnare il nostro tempo. —

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