«Le nostre Navigazioni per tracciare una rotta»
UDINE. Festival Mimesis da oggi a sabato in diversi luoghi di Udine. Ne parla il suo curatore Luca Taddio. Mimesis edizione numero 4: stessa formula e stesso spirito delle precedenti?«Se per stessa...

UDINE. Festival Mimesis da oggi a sabato in diversi luoghi di Udine. Ne parla il suo curatore Luca Taddio.
Mimesis edizione numero 4: stessa formula e stesso spirito delle precedenti?
«Se per stessa “formula” intendiamo il coinvolgimento delle scuole, dei ragazzi, della formazione, del lavoro di sinergia tra scuola e università e di approfondimento sull’orientamento in uscita, mentre per “spirito” intendiamo momenti d’incontro, approfondimento, divulgazione, discussione, senza far prevalere l’intrattenimento sulla riflessione, allora sì, confermo, abbiamo mantenuto la stessa “formula” e lo stesso “spirito”».
Navigazioni è il titolo, perché?
«Questo tema rappresenta la naturale evoluzione delle precedenti edizioni: dopo le “società globali” e il “cosmopolitismo” continuiamo a riflettere sul futuro e su possibili “rotte” da tracciare».
Come viene declinato questo tema?
«In molti modi. A partire dal tema degli sbarchi e dell’immigrazione, dalle navigazioni digitali, dalla seconda navigazione di Platone e via dicendo. Vogliamo intrecciare filosofia, diritto, sociologia, teologia, arte per riflettere sulla nostra condizione di incertezza rispetto al futuro. Ci troviamo in mare aperto, dobbiamo intraprendere una direzione, tracciare una rotta, servono idee!».
Punti forti di questa edizione?
«Aprire con la poesia attraverso il contributo di Milo De Angelis è stata la prima sfida del festival Mimesis. Ci tengo inoltre a ricordare la mostra di Renato Calligaro, piccola ma significativa. Per il resto non amo far classifiche perché ci possono essere nomi di forte richiamo come Canfora (oggi alle 16 alla Feltrinelli), Galli della Loggia o Mancuso, ma tutti gli altri incontri possiedono la stessa forza: affrontiamo temi di interesse con intellettuali di primissimo piano».
Che cosa differenzia Mimesis da altri festival culturali? In particolare, visto che siamo a Udine, da Vicino/Lontano.
«Le due realtà sono incomparabili in termini di risorse e di finanziamenti, ma non è questo il punto: non si tratta di porre i due eventi in competizione, bensì di trovare, insieme ad altri eventi, elementi di sinergia. A Udine non c’è un solo grande evento culturale noto in tutta Italia, ma vi è un’ottima programmazione culturale spalmata lungo tutto l’anno. La qualità della vita della nostra città non è un fatto scontato e, personalmente, ne se sono orgoglioso. Detto ciò, tutto è migliorabile."
Quanto sono produttivi e/o utili i festival culturali, vista la loro episodicità di eventi straordinari?
«Lei solleva una domanda “politica” e va bene, si possono fare diversi ragionamenti su come organizzare la cultura, ma andiamo alla sostanza, al significato che deve avere per noi una “festa”, un “festival”. Il senso originale della “festa” lo possiamo cogliere attraverso l’immagine che ci ritrae attorno al focolare domestico. Dobbiamo ritrovare il senso di una nuova responsabilità all’interno di questo ampio orizzonte. Morin parlava di Terra-Patria, per usare le sue parole: «La planetizzazione significa ormai comunità di destino per tutta l’umanità».
(ma.bra.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA.
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto
Leggi anche
Video