L’antico rito del bacio delle croci rivive in “Carnia mistica”

Nella Pieve di San Pietro di Zuglio si sarebbe dovuto celebrare il 24 maggio, domenica dell’Ascensione, l’antico rito del bacio delle croci, rinviato di necessità al 15 agosto, Festa dell’Assunta. A questo importante evento religioso è dedicato il documentario “Carnia mistica”, prodotto dal Cineclub Udine nel 1955 e oggi conservato alla Cineteca del Friuli, che lo ha reso disponibile per la visione in streaming sulla piattaforma AdessoCinema (www.adessocinema.it).

L’idea di filmare questo evento religioso è di Chino Ermacora (1894-1957), importante personaggio della cultura friulana del primo Novecento, direttore della rivista “La Panarie”, fondatore dell’Ente Friuli nel mondo, grande organizzatore e comunicatore, che già si era occupato di cinema negli anni’20, realizzando quello che è considerato il primo film friulano: “La Sentinella della Patria” (1927).

Nell’ambito del Cineclub Udine, costituito per iniziativa di Adriano Degano nel 1953, che diventa un luogo di incontro di appassionati di fotografia e cinematografia, Ermacora conosce Antonio Seguini de Santi, al quale propone una serie di documentari sulle sagre friulane. Seguini realizza alcune riprese della sagra di Nimis e di quella del vino a Buttrio, ma poi il materiale non viene montato, in quanto il progetto non ha seguito.

Ecco ora dunque un’altra occasione offerta a Seguini: portare sullo schermo uno delle più importanti tradizioni religiose della nostra terra, ricca di significati e con la partecipazione di un gran numero di fedeli, in una splendida cornice montana. La cinepresa di Seguini sa rendere protagoniste le croci astili argentee provenienti dalle chiese delle valli della Carnia, un tempo facenti parte della giurisdizione della Pieve di San Pietro, che sono portate in processione in cima al colle omonimo (che sovrasta il paese di Zuglio e la valle del fiume But), dove si radunano nel Plan da Vincule (il Prato dei Vincoli), situato sotto la Pieve stessa.

Quindi le croci salgono fino all’ingresso dell’antica chiesa, dove ciascuna di esse si inchina alla croce della chiesa madre come simbolo di fratellanza e di sottomissione a quella che fu centro del primo cristianesimo in Carnia. Un bacio che ha anche il significato di unità e di attaccamento alla propria terra. Il commento dai toni solenni e vibranti, copioso di echi dannunziani e carducciani, scritto e recitato da Chino Ermacora, come la musica d’organo di don Albino Perosa (1915-1997), che, suscitando intense e profonde emozioni, diventa parte viva e integrante della celebrazione del rito, nonché i continui rintocchi delle campane (fin dai titoli di testa), sono perfettamente funzionali allo stile austero e severo del documentario.

La cinepresa di Seguini coglie in maniera superba il ritmo e la coreografia della processione delle croci issate sulle lunghe aste e ornate di nastri, i movimenti delle masse, lo spirito di genuina e profonda partecipazione della folla, il senso dell’aggregazione e del legame della gente a quelle antiche pietre. —
 

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