L’angelo, l’aquila e la croce di Aquileia i nostri simboli

La conferenza a palazzo Belgrado con Fontanini, Bertone, Luci e monsignor Genero
Di Fabiana Dallavalle

UDINE. L’angelo dorato che dall'alto della collina del castello di Udine domina la vasta pianura friulana e indica la direzione del vento: l'aquila con le ali spiegate, testa a sinistra e artigli rossi, sull'azzurro vessillo dello Stato Friulano; e la croce di Aquileia con le lettere greche Alfa e Omega per ricordare la citazione biblica del principio e della fine. Sono "I simboli della friulanità", raccontati ieri, in una interessante conferenza a Palazzo Belgrado, coordinata da Maria Beatrice Bertone, direttrice del Museo del Duomo di Udine che ha in carico la conservazione di due dei tre antichi simboli della Piccola Patria: l'antico vessillo patriarcale del patriarca Bertrando (1334-1350) e il settecentesco Angelo del campanile della Chiesa di Santa Maria del Castello. «L'iniziativa - ha ricordato in apertura il presidente della Provincia, Pietro Fontanini - rientra nelle attività organizzate dalla Provincia di Udine per la ricorrenza del 3 aprile, festa del Friuli le cui celebrazioni solenni si sono svolte domenica a Gradisca D'Isonzo. Guardiamo a questi simboli come a punti di riferimento importanti per il nostro popolo». Di approfondimento i successivi interventi di Adriano Luci, presidente dell'Ente Friuli nel Mondo: «Sono punti di riferimento importanti. Un bagaglio che ci mette in connessione con i friulani residenti all'estero, da trasmettere ai giovani, affinchè siano consapevoli e diventino a loro volta testimoni»; di Federico Vicario, presidente della società Filologica Friulana che ha ripercorso storicamente la nascita degli studi dedicati alla simbologia e di monsignor Guido Genero, vicario generale della Diocesi di Udine. A Maria Beatrice Bertone il compito di illustrare al pubblico presente gli importanti interventi sull'Angelo del Castello, sottoposto, cinque anni fa, a un restauro conservativo che lo ha riportato agli antichi splendori grazie alla la ridoratura con tecnica della foglia d'oro. Ricordiamo che l'esemplare piú celebre della bandiera con l'aquila araldica posta su drappo quadrangolare di seta è esposto nel Duomo di Udine. Fu cucito sul camice che avvolgeva il corpo di Bertrando di Saint Genies, barbaramente ucciso da una congiura di nobili friulani. La croce monogrammatica che risente dell'influenza egiziana di Alessandria, con il simbolo sacro, nel nucleo centrale della vita ( ankh), del secolo lV e proveniente dal Martyrium aquileiese di San'Ilario è invece visibile a Vienna, al Kunsthistoriches Museum.

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