L’amore di Pasolini per la musica di Bach: così aggiunse il sacro alla degradazione

A Casarsa l’incontro con la violinista slovena Pina Kalc. La scelta poi per Accattone e Il Vangelo secondo Matteo
1964 --- A scene from the film "Il Vangelo Secondo Matteo", directed by Pier Palo Pasolini. --- Image by © Cat's Collection/Corbis
1964 --- A scene from the film "Il Vangelo Secondo Matteo", directed by Pier Palo Pasolini. --- Image by © Cat's Collection/Corbis

UDINE. L’incontro di Pasolini con la musica di Johann Sebastian Bach risale agli anni della primavera friulana grazie all’incontro che il giovane Pier Paolo fece con la violinista slovena Pina Kalc, profuga a Casarsa in seguito all’occupazione tedesca della Slovenia.

«Ma presto cominciò a farmi udire Bach: erano le sei Sonate per violino solo. Le centinaia di sere che abbiamo trascorso insieme, dal ’43 all’estate del ’45 quando, finita la guerra ripartì per la Jugoslavia, mi danno la solita disperazione dell’inesprimibile, del troppo unico».

Parole bellissime che testimoniano come Pasolini sia stato letteralmente affascinato dalla musica di Bach. In un altro appunto, quando entra nel vivo della musica, egli si sofferma a parlare della Siciliana al cui interno intravvede un contrasto, ossia un dramma: «Vi odi due voci. Una caldissima: che si conclude, si corona, in una voce altrettanto gelida...». Vede pertanto in questa celeberrima pagina «una lotta cantata impassibilmente tra la Carne e il Cielo. Come parteggiavo per la Carne! E come invece sentivo di rifiutarmi alle note celesti!».

Le parole di Pasolini ci permettono di capire le sue scelte cinematografiche future quando la musica di Bach diventerà la colonna sonora di Accattone: un’operazione desueta se non rivoluzionaria all’interno della storia del cinema.

«Io sentivo – dirà nel corso di un’intervista -, sapevo che dentro questa degradazione c’era qualcosa di sacro, qualcosa di religioso in senso vago e generale della parola, e allora questo aggettivo, «sacro», l’ho aggiunto con la musica. Ho detto, cioè, che la degradazione di Accattone è, sì, una degradazione, ma una degradazione in qualche modo sacra, e Bach mi è servito a far capire ai vasti pubblici queste mie intenzioni».

La musica, pertanto, contribuiva a mettere in evidenza il suo modo di vedere il mondo dei poveri e dei sottoproletari, come accade nella notissima rissa fra Vittorio e il cognato nella polvere delle borgate della periferia romana. In questa lotta, la musica mette in guardia lo spettatore da qualsiasi riferimento di carattere realista, portandolo invece nella dimensione del sacro.

Con Il Vangelo secondo Matteo i problemi cambiano e la colonna sonora del film, da un lato, è organizzata su registri popolari per sottolineare l’umanità di Cristo e della sua predicazione mentre, dall’altro, è pur sempre ricca di motivi bachiani per accompagnare i momenti profetici e di morte.

L’astrazione del linguaggio bachiano viene cosìconcretizzata dai repertori popolari che radicano l’esistenza di Cristo nell’orizzonte umano e il suo messaggio nella lotta di emancipazione dalle ingiustizie e dalle sofferenze patite dall’umanità”. —
 

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