La vita dell’angelo azzurro diva fra mito e mistero: Marlene Dietrich raccontata da Haris Pašović

Al Ristori la coproduzione del National Theatre di Sarajevo “Marlene” in lingua originale: la storia dell’attrice e cantante tedesca che sfidò il fürher per unirsi agli alleati

Mario Brandolin
L’attrice e cantante tedesca Marlene Dietric
L’attrice e cantante tedesca Marlene Dietric

UDINE. Aveva già calcato le scene di Mittelfest Marlene, la mitica figura dell’attrice e cantante tedesca, icona tra le più celebrate del cinema e dello spettacolo del secolo scorso. L’aveva portata nel 2005 un’attrice croata, Ksenja Prohaska, che grazie a quella sua interpretazione si era aggiudicata il Premio Ristori di quell’anno.

La sera di giovedì 27 luglio la Dietrich ritorna a Cividale, alle 21 al Teatro Ristori in una coproduzione del National Theatre Sarajevo e Mittelfest2023, nell’ideazione, scrittura e regia di Haris Pašović, già direttore di Mittelfest dal 2018 al 2020. «Marlene Dietrich – scrive Pašović nelle note di regia – era un’attrice eccellente. Era bella, brillante, spiritosa e istruita. È passata alla storia come una persona potente, capace di affrontare il nazismo. Ragione per cui – continua Pašović – alcuni tedeschi non le hanno mai perdonato la sua decisione di unirsi agli americani e combattere contro la Germania durante la Seconda Guerra Mondiale».

L’attrice serba Mirjana Karanović e il regista e drammaturgo Haris Pašović
L’attrice serba Mirjana Karanović e il regista e drammaturgo Haris Pašović

Era imperdonabile che lei abbandonasse la Germania e si arruolasse come intrattenitrice delle truppe americane nel pieno di una carriera di star del cinema del Terzo Reich, dove aveva incarnato l’immagine più intrigante e ambigua della seduzione; come non ricordarla nei panni della cantante Lola Lola a cavalcioni di una sedia nera sigaretta tra le labbra a sedurre il professor Rath ne L’angelo azzurro di Josef von Sternberg? «Perché la Dietrich – ancora Pašović –, era una donna intellettualmente indipendente e prese le sue decisioni contro ogni aspettativa sociale. Quando si recò negli Stati Uniti per la prima volta, lasciò la figlia e il marito in Germania per intraprendere la carriera cinematografica. Si arruolò nell’esercito americano per combattere contro Hitler».

Indipendente intellettualmente e come donna, non si lasciava sfuggire occasione alcuna, vivendo la vita alle sue condizioni. «Ebbe molti amanti – conferma il regista – sia uomini che donne, e talvolta ne parlò con il marito. Una volta andò a letto con il presidente degli Stati Uniti. Fu amica e amante di alcuni dei maggiori scrittori del XX secolo, come Erich Maria Remarque, Ernst Hemingway e George Bertrand Shaw. Una delle sue relazioni amorose femminili fu Mercedes Acosta, una scrittrice americana». Tutto ciò sarà al centro dello spettacolo di Pašović, ossia il grande smacco dell’attrice alla Germania di Hitler, ma anche la sua vita sentimentale turbolenta.

Ma che cosa resta oggi di Marlene Dietrich tanto da decidere di metterla al centro di uno spettacolo? Marlene Dietrich rimane un’icona di stile. Diceva: «I vestiti mi annoiano. Se mi vestissi per me, non mi disturberei affatto. Indosserei i jeans. Mi vesto per l’immagine. Non per me stessa, non per il pubblico, non per la moda, non per gli uomini. Il glamour è sicurezza. È una sorta di consapevolezza di essere a posto sotto ogni punto di vista, mentale e fisico e nell’aspetto, e che, qualunque sia l’occasione, si è all’altezza».

Questa immagine di donna sicura di sé, coraggiosa, coerente e integra, ma anche misteriosa ed erotica, è sopravvissuta fino ad oggi. E rappresenta l’immagine di una donna di potere. A interpretarla l’attrice serba Mirjana Karanović – tra le più apprezzate del panorama esteuropeo. Interprete di numerosi film dell’ex-Jugoslavia, ha raggiunto fama mondiale partecipando nel ruolo della madre Quando il padre è via per affari di Emir Kusturica. Ha riscosso numerosi premi in festival internazionali, il più prestigioso dei quali è stato quello vinto nel 2008, il Winning Freedom Award, assegnato a una donna il cui lavoro afferma i principi dei diritti umani, della democrazia e della tolleranza.

Non sarà un monologo, come lo fu quello della Prohaska, ma uno spettacolo con molti personaggi interpretati da Mona Muratović, Elmir Krivalić e Enes Salković, impegnati in più ruoli, tra personalità famose come Marlyn Monroe, Andre Malraux, John F. Kennedy, Ernest Hemingway, e persone comuni a creare l’universo in cui la Dietrich si era mossa e a sottolineare quello che di lei è sopravvissuto. Lo spettacolo è sottotitolato in italiano.

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