La poesia di Kadare contro i totalitarismi e l’etica di Agamben

L’autore albanese si è opposto fieramente alla tirannide  Il filosofo ha teorizzato la sacralità nell’uomo contemporaneo
Il poeta albanese Ismail Kadare, il filosofo Giorgio Agamben e il progetto P(our) sono rispettivamente il Premio Internazionale Nonino, “Un maestro del nostro tempo” e il “Nonino Risit D’Aur Barbatella d’oro” della quarantaquattresima edizione del Nonino, nato nel 1975 per valorizzare la cultura contadina. La giuria, presieduta da Naipaul, premio Nobel per la Letteratura 2001, e composta da Adonis, John Banville, Ulderico Bernardi, Peter Brook, Luca Cendali, Antonio Damasio, Emmanuel Le Roy Ladurie, James Lovelock, Claudio Magris, Norman Manea, Edgar Morin ed Ermanno Olmi, ha assegnato i prestigiosi riconoscimenti dell’edizione del 2018.


Ismail Kadare, poeta, romanziere, autore di saggi e sceneggiatore, nato in Albania, (si allontanò dal suo paese in segno di protesta verso il regime comunista che non compiva alcun passo per consentire la democratizzazione del paese ndr.), è per la prestigiosa giuria del Nonino «aedo innamorato e critico del suo popolo, tra realtà storiche e leggende, che rievocano grandezze e tragedie del passato balcanico e ottomano e ha creato grandi narrazioni. Esule a Parigi dal tempo della dittatura “per non offrire i suoi servigi alla tirannide”, ha rifiutato il silenzio, che è la metà del male, immergendo spesso il suo raccontare in mondi immaginari, divenendo testimone degli orrori perpetrati dal totalitarismo e dai suoi inquisitori. Ha fatto della tolleranza religiosa uno dei cardini della sua opera».


Nato nel 1936, ad Argirocastro, dopo un esordio nel campo poetico che gli è valso ampi riconoscimenti, ha acquistato notorietà internazionale con una produzione narrativa in cui, cogliendo le aspirazioni profonde del suo popolo, ha elaborato motivi storici e leggendari del suo paese in figurazioni di ampio respiro. Candidato più volte al premio Nobel per la letteratura, nel 2005 gli è stato conferito il Booker international Prize per «un corpus di opere scritte da un autore che ha avuto un impatto realmente globale». Ha ricevuto nel 2009 il premio Principe delle Asturie e nel 2015 il Jerusalem Prize For the Freedom of the individual in society. Vive a Parigi. La casa editrice La nave di Teseo in un accordo con l’agente Andrew Wylie ha acquisito i diritti di traduzione sia dell’opera più recente di Kadare, ma anche del suo catalogo con l’impegno di ritradurla a partire dalla lingua originaria dello scrittore, l’albanese. A fine gennaio è prevista l’uscita del suo ultimo racconto: “La provocazione”.


Giorgio Agamben autore tra gli altri di “Stanze. La parola e il fantasma nella cultura medievale (Einaudi 1977)”, nominato, nel 2003 Distinguished professor alla New York University, ha abbandonato l’incarico per protesta contro i dispositivi di controllo imposti dal governo americano ai cittadini stranieri (impronte digitali; schedatura).


Tradotto in molti paesi, nel 2012 è stato insignito della Laurea honoris causa in teologia all’università di Friburgo dove ha tenuto la conferenza “Mysterium iniquitatis” poi pubblicata in volume col titolo “Il mistero del male greco” (Laterza 2013). La motivazione del premio recita: «Le sue indagini, sempre in cerca delle fonti, spaziano dal linguaggio alla metafisica e dall’estetica all’etica. Un epigono, considerate le sue intense esperienze con il fiorire del libero pensiero; costruisce sull’esempio di Michel Foucault, delle sue idee e intuizioni, una biopolitica e crea il concetto dell’Homo Sacer, un essere umano la cui vita è sacra. Traccia un’evoluzione, da un uomo antico che “poteva” a un uomo moderno che “vuole”, e si pone al di sopra sia delle leggi umane sia di quelle divine, aprendo la strada a un’età di olocausti. Per rendersi visibili, le società devono lottare fra due opposti princípi: quello dei diritti legali e quello dell’anomia. Agamben spesso traduce la sua filosofia in pura poesia immersa nella natura; ascoltate la sua mirabile descrizione tratta dal suo ultimo libro, “Autoritratto nello studio”: “L’erba è Dio. nell’erba – in Dio – sono tutti coloro che ho amato. Per l’erba e nell’erba e come l’erba ho vissuto e vivrò”». La cerimonia di premiazione è prevista per il 27 gennaio nelle distillerie Nonino di Ronchi di Percoto.


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