La montagna festeggia i 150 anni della Saf, la prima sezione friulana del Cai

L’idea di costituire una unità del Club alpino italiano a Tolmezzo è stata di Giovanni Marinelli, che già vi aveva istituito un osservatorio meteo: l’8 febbraio 1874 la nascita ufficiale della Società alpina friulana

Alessandra Beltrame
Il Convegno sociale a Clavais di Ovaro nel 1887
Il Convegno sociale a Clavais di Ovaro nel 1887

UDINE. Giovedì primo febbraio, alle 17.30 nella sede della Fondazione Friuli a Udine, in via Gemona 1, saranno presentati gli eventi per i 150 anni della Società Alpina Friulana.

La prima sezione del Cai della regione nacque infatti l’8 febbraio 1874. Interverranno il presidente Enrico Brisighelli, Umberto Sello sulla storia dell’associazione, Giovanna Durì che presenterà il logo del 150°, Marco Cabbai per il Comitato Scientifico e Alessandra Beltrame sui progetti culturali.

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L’Italia era stata fatta nel 1861, e il Friuli ne era diventato parte solo cinque anni dopo, sicché aprire una sezione del Club Alpino Italiano ai confini del Regno è un’impresa doverosa. Anzi patriottica. Serve a conoscere e mappare i nuovi territori entrati a far parte dello Stato.

L’inaugurazione del Ricovero Canin nel 1886
L’inaugurazione del Ricovero Canin nel 1886

Il fermento delle terre liberate, la necessità di conoscerle per motivi strategici ed economici, impongono al giovane Stato Italiano l’invio a Udine, dopo l’ingresso delle truppe italiane il 26 luglio 1866, di un energico commissario di Governo, il piemontese Quintino Sella, uno dei fondatori del Cai nel 1863 a Torino, prima capitale d’Italia. 

Sella crea l’Istituto Tecnico (l’attuale “Zanon”), università scientifica ante litteram, dove fa confluire le migliori menti. Arriva, da Pavia, Torquato Taramelli, viene chiamato il friulano Giovanni Marinelli, antesignano della “scuola geografica friulana” poi riconosciuta a livello nazionale con cattedre a Padova, Firenze, Milano.

Cirillo Floreanini durante la cena a Udine al rientro dalla spedizione italiana guidata da Ardito Desio
Cirillo Floreanini durante la cena a Udine al rientro dalla spedizione italiana guidata da Ardito Desio

L’idea di costituire una sezione Cai a Tolmezzo viene a Marinelli, che già vi aveva istituito un osservatorio meteo.

L’8 febbraio 1874 nasce la prima sezione regionale del Club Alpino Italiano. La presiede Taramelli, che nel 1872 aveva realizzato il profilo geologico delle Alpi dal colle di Moruzzo, oggi patrimonio della biblioteca Saf. I soci, in larga parte udinesi, nel 1879 spostano la sede in città e la Società Alpina Friulana, forte già di 168 iscritti, si rende autonoma.

Non sono tempi facili: i confini sono presidiati, le vette pressoché inesplorate, salvo che per i montanari, che si spingono in alto per cattura-re preziosa selvaggina e sfamare famiglie a corto di proteine. I cacciatori diventano guide, le donne portatrici, in prima fila nelle foto delle escursioni e ascensioni dei soci: senza di loro in montagna non si va. I soci alpinisti sono nobili e borghesi, classe agiata e inesauribili curiosità e passione per le esplorazioni. Si avvia la redazione della “Guida del Friuli”: il primo è Illustrazione del Comune di Udine (1887), seguono Canal del Ferro (1894), Carnia (1898) e altri. La Saf partecipa nel 1892 alla prima mostra della Società Geografica Italiana e propone le sue riviste, fra cui In Alto e la carta della valle di Raccolana di Giacomo di Brazzà.

Il ricovero Di Brazzà
Il ricovero Di Brazzà

Sono anni in cui vengono salite e misurate le più importanti vette della catena alpina, Nascono i ricoveri montani: a Nevea, nel 1887 una ca-panna di boscaioli acquistata da alcuni soci diverrà poi il rifugio Divi-sione Julia.

Nel 1901 sorge il primo rifugio Marinelli alle pendici del monte Coglians, intitolato a Giovanni e poi anche al figlio Olinto, che reggerà la Saf dalla morte del padre nel 1900 fino al 1926. La sede sociale di via Bonaldo Stringher ospita la biblioteca con annesso gabinetto di lettura, si raccolgono le pionieristiche fotografie, oggi un patrimonio inestimabile di 2400 immagini ottocentesche affidate in custodia al Museo di fotografia della città.

La Grande guerra semina tragedia e cancella i sogni di tutti. Dopo la rotta di Caporetto Olinto Marinelli porta la sede Saf a Firenze dove in-segna, sul fronte perdono la vita in tanti, fra cui Giovanni Battista De Gasperi, già alla ribalta scientifica nazionale.

Arriva il fascismo e il Cai se la passa male. chi non firma per il Duce viene espulso, non così però all’Alpina. Benché schierato come comunista, Antonio Feruglio, alpinista di vaglia, maestro dei futuri accademici, fondatore dell’Uoei, non sarà mai allontanato dal sodalizio. E nel secondo dopoguerra sarà nominato commissario della Saf nonché eletto vicesindaco di Udine.

Dal 1932 al 1942 è presidente Ardito Desio, dal ’45 il costituente e geologo Michele Gortani, poi l’imprenditore Giovanni Battista Spezzotti (1948-1966) e l’accademico Oscar Soravito, in carica fino al 1975. Le presidenze recenti di Giovanni Duratti, Sebastiano Parmegiani, Antonio Nonino e l’attuale Enrico Brisighelli hanno traghettato la Saf nel terzo settore con la stessa missione: far conoscere e frequentare la montagna in modo responsabile e consapevole. Gli odierni 2.700 soci fra le sei sedi – oltre a Udine, le sottosezioni di Artegna, Palmanova, Pasian di Prato, San Daniele e Tarcento – dimostrano che il patrimonio è stato preservato e che la storia continua.

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