La linguista Vera Gheno: «Le parole sono ganci verso i nostri mondi»
La studiosa ospite di due eventi a Pordenone (16 gennaio) e a Udine (17 gennaio). «Ci permettono di capire»

UDINE. Uguali/Diversi, il progetto organizzato da Thesis, curato da Emanuela Furlan, rivolto ad approfondire il tema delle relazioni corrette, del rispetto delle differenze e di pari opportunità, ospiterà la sociolinguista Vera Gheno, martedì 16 gennaio, alle 18, nella sede di Cgn a Pordenone in un incontro condotto dalla giornalista Paola Dalle Molle dedicato ai suoi ultimi libri, fra essi, “Parole d’altro genere (Bur) e “L’antidoto” (Longanesi) inoltre, l’autrice sarà presente a Udine, mercoledì 17 gennaio alle 18 alla Libreria Friuli, intervistata da associazione MisMàs.
Un viaggio insieme alla sociolinguista più famosa del web fra le parole per capire insieme come il loro uso possa fare la differenza per arricchirci di nuovi valori. A partire dalle scrittrici del passato. Infatti, per secoli le donne hanno nascosto le proprie parole dietro a pseudonimi o non le hanno pubblicate affatto diventando “invisibili”. Lo testimonia la loro assenza nelle antologie scolastiche, nelle accademie, nei dibattiti pubblici.
In Parole d’altro genere con una selezione originale e unica di testi, comincia un viaggio che parte da Saffo e passa per Zelda Fitzgerald, Margaret Mitchell e molte altre, Vera Gheno attraversa epoche, continenti e generi (non solo letterari), e guida il lettore in una lettura della cosiddetta, scrittura femminile. Per scoprire come le donne hanno contribuito a trasformare il modo in cui pensiamo e si sono guadagnate sul campo il loro posto tra i classici.
Con “l’Antidoto”, si faranno i conti con i peccati capitali 2.0, un assaggio dei veleni della rete ma allo stesso tempo, conoscendo i loro antidoti che possono rendere la rete un posto migliore per tutti. Un prezioso prontuario, in cui Vera Gheno mette la competenza delle parole al servizio della comunicazione digitale e offre al lettore un manuale di istruzioni che è al tempo stesso anche una grammatica social prêt-à-porter.
Parole d’altro genere rappresenta uno speciale dizionario che seleziona 42 parole, ciascuna accanto a una scrittrice con cui intreccia un legame speciale introdotto da un ragionamento dell’autrice. In conclusione, una nota con un consiglio di lettura contemporaneo per le occasioni di approfondimento.
Perché le parole contano? «Perché – spiega Vera Gheno – sono un atto identitario individuale nonché collettivo, perché ci permettono di nominare e capire il mondo. Sono l'intercapedine interpretativa tra noi e la nostra esperienza esistenziale. Se questo è poco...”.
Quanto il nostro linguaggio rappresenta ciò che siamo? «Tanto – continua Vera Gheno –: le parole che usiamo sono la manifestazione di convinzioni, pensieri, giudizi e pregiudizi, credenze, paure che abbiamo. Sono ganci verso i nostri mondi».
Perché è ancora complicato oltrepassare la resistenza a definire il femminile di alcune professioni che fino a poco tempo fa erano appannaggio solo maschile? «Proprio siccome le parole sono un potente atto identitario, se tocco le parole, tocco l'identità stessa delle persone. Noi esseri umani siamo animali abitudinari, non amiamo il cambiamento, soprattutto dopo una certa età (diciamo soprattutto nella seconda parte della nostra vita).
Capisco le resistenze, capisco meno l'aggressività per difendere le proprie posizioni, che magari sono anacronistiche: il “si è sempre fatto così” non ha mai aiutato il progresso».
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