La favola di Ultimo conquista Lignano Musica ed emozioni da portare nel cuore

l’evento
gabriele franco
Una prima volta indimenticabile. Proprio come una favola che si avvera. D’altronde, è proprio così che Ultimo ha deciso di titolare la sua prima negli stadi, l’attesissimo concerto del 4 luglio all’Olimpico di Roma.
Un battesimo che si è compiuto però già ieri sera allo stadio Teghil di Lignano Sabbiadoro. Il primo vero stadio della sua carriera. «Stasera il mio primo stadio,sono agitato e ho dormito poco. Tra cinque giorni stadio Olimpico. Stasera e il 4 luglio vinciamo noi, è una promessa».
La quiete prima della meravigliosa tempesta direttamente dall’account Instagram del cantautore prima della magica serata.
E così Lignano resterà per sempre nel cuore del cantante romano, come il primo bacio sul palco di uno stadio. Un ricordo unico e indelebile, condiviso con tutto il pubblico che, a sua volta, per la prima volta ha potuto abbracciare il proprio beniamino in terra friulana. Un ingarbugliato ma affascinante gomitolo di emozioni, srotolato per l’intera durata del concerto e scandito dalla scaletta intonata costantemente all’unisono. Le aspettative erano alle stelle. E la risposta dei fan, quelli che potrebbero chiamarsi gli “ultimi”, è stata da primato.
Già dalle prime ore del pomeriggio un folto avamposto di ammiratori aveva deciso di sfidare il caldo per assicurarsi un posto in prima fila sulla vetrina dei ricordi. L’attesa a precedere l’ora X è stata un concentrato di voci, speranze e mille sorrisi. Come quelli di una comitiva di mamme e giovanissime figlie direttamente da Prato, tutte con la maglia del proprio idolo, tutte felici di non aver perso l’appuntamento. Impossibile raccontare tutte le storie, importante allora è rimarcare cosa le accomuna: «Ultimo ha fatto si che la poesia potesse diventare musica», la perfetta sintesi di una fan sedicenne, Silvia. Lignano, inutile dirlo, si è dimostrata all’altezza dell’evento, organizzazione e controlli di sicurezza per i grandi concerti ormai sono di casa. E così agli oltre ventimila spettatori non è restato altro che concentrarsi su tutto quello che da lì a poco gli avrebbe travolti in una sorta di comunione dei sensi e delle voci. Senza parlare del colpo d’occhio. Immaginarsi su quel palco, alle spalle i maxi schermi e di fronte la propria gente, farebbe tremare le gambe a tutti. Anche a chi, come il giovane cantautore secondo allo scorso Sanremo, ha alle spalle ogni sorta di palazzetto o arena. Ma queste sono circostanze uniche, capaci di giocare brutti scherzi. Ultimo, tuttavia, si è dimostrato ancora una volta all’altezza, trovando energie e voglia infinite, grazie anche al grido di benvenuto del pubblico.
Si parte con “Colpa delle favole” (e non potrebbe essere altrimenti)mentre sugli schermi troneggia una gigantesca chiave, simbolo del cantant. Il Teghil è tutto un boato. Emozioni ritmate, commozioni diffuse, foto, cori e un immenso abbraccio collettivo. E via con il secondo brano “Dove il mare finisce”. Il coro del pubblico quasi mette in disparte la voce del cantautore romano, che si fa cullare da un entusiasmo che aumenta di minuto in minuto. Una voglia di essere protagonisti accomana il popolo che si agita come un’onda sul tappeto verde dello stadio lignanese, impugnando smartphone in modo da portarsi via frammenti di una seraata da ricordare. Ultimo s’inchina, poi un urlo: «Benvenuti. Allora come state? Tutto bene? Che meraviglia, questo è il mio primo stadio! E una emozione pazzesca! Non mi accadeva da tanto di non dormire una notte per un appuntamento e stavolta è successo. Spero di essere all'altezza degli stadi perché è una grande responsabilità. Grazie a tutti per essere qui!».
E si riparte. Pescando ancora nell’ultimo album. Arrivano le note di “Aperitivo grezzo”. Poi “Quella casa che avemo in mente”. E così uno dopo l’altro si allungano nell’atmosfera magica le note e le parole di tutti i grandi successi di questo giovane appassionato di musica che ha già conquistato il cuore della gente. —
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto