Il Verdi vuole più soldi E al Giovanni da Udine la “Tosca” è a rischio

di GIACOMINA PELLIZZARI
Lirica ma quanto mi costi? Troppo stando al preventivo inviato dal teatro Verdi di Trieste alla Fondazione teatro Giovanni da Udine per portare in scena, il prossimo 23 giugno, la “Tosca” di Puccini. Al momento, l’opera resta in cartellone ma ci sono seri rischi che il pubblico udinese non possa assistere al suicidio di Tosca sul palco di via Trento. Il Verdi di Trieste, rispetto ai 90 mila euro chiesti inizialmente, ha corretto il preventivo aumentandolo del 50 per cento. Chiede 134.280 euro.
Una cifra «inaccettabile» secondo l’assessore alla Cultura, Federico Pirone, proprio perché l’obbligo di acquisire le opere nasce dal “vincolo” imposto, nel 2015, dalla Regione ai teatri di Udine e Pordenone. Un vincolo che trova la sua ragion d’essere nel contributo specifico che la Regione stanzia a favore delle due strutture per ospitare le opere liriche prodotte dal Verdi di Trieste. Nella stagione in corso, Udine ha ricevuto circa 80 mila euro per portare in scena, e quindi coprire parte dei costi, il “Barbiere di Siviglia” e la “Tosca”. Se per la prima non si è verificato alcun problema, per “Tosca” il Verdi di Trieste, poco più di un mese fa, ha ritoccato il preventivo aumentandolo del 50 per cento. La Fondazione teatro Giovanni da Udine per portare “Tosca” in scena dovrà versare al Verdi di Trieste non più 90 mila euro, bensì 134.280 euro. Cifra che non ha stanziato a bilancio e che non sarà facile reperire. Il Cda della Fondazione giovedì affronterà la questione finita in un ordine del giorno presentato in Consiglio comunale da Michele Vicario, il consigliere di Innovare (la lista del sindaco) e sottoscritto anche dal Pd e da Alternativa. La maggioranza di centrosinistra impegna il sindaco, Furio Honsell, e la giunta a definire con la Regione «una programmazione chiara e condivisa della circuitazione dell’opera lirica prodotta dal teatro lirico Verdi, con costi adeguati e qualità artistica a favore del Giovanni da Udine».
La questione è delicata e il presidente della Fondazione teatro nuovo Giovanni da Udine, Paolo Vidali, preferisce non commentarla prima della decisione del Cda che potrebbe anche dire al Verdi “no grazie”. «La questione - fa notare Pirone - non è meramente contrattuale, per quanto sia inaccettabile un aumento del 50 per cento del costo dell’opera. Va affrontata dal punto di vista generale e della condivisione degli obiettivi nella programmazione della lirica in regione». Detta in altri termini, l’assessore alla Cultura di Udine chiede di ridiscutere i rapporti tra gli enti e le fondazioni teatrali. «La maggioranza in Consiglio comunale è preoccupata e contrariata. Chiediamo - insiste - che la Regione tuteli il Giovanni da Udine». Anche perché, e questo è stato scritto nero su bianco nell’ordine del giorno di Innovare, non va dimenticato che con la legge finanziaria 2014, «il Consiglio regionale ha annullato il debito di 14 milioni di euro che il teatro lirico Verdi di Trieste, dopo anni di dissesti finanziari, aveva maturato nei confronti della Regione». Il sospetto è che il contributo specifico assegnato ogni anno ai teatri di Udine e Pordenone, obbligandoli di fatto ad acquistare la lirica a Trieste, sia un modo indiretto per far arrivare altri fondi al teatro lirico Verdi.
Ma torniamo a “Tosca” e al preventivo compilato dal Verdi definito, senza mezzi termini, da Pirone «un atto grave». Grave perché «è arrivato a febbraio senza fornire spiegazioni. Il Giovanni da Udine dovrebbe tirar fuori 45 mila euro in più in una stagione già finita e con una da programmare», insiste l’assessore non senza ricordare che «i rapporti tra il teatro lirico Verdi e il resto della regione non sono mai stati semplici. Non dimentichiamo - aggiunge - che la famosa decisione di annullare il debito da 14 milione di euro venne assunta per salvare l’unico teatro lirico della regione». Senza contare che portare in scena “Tosca” a giugno, a scuole chiuse, significa escludere dal pubblico le scolaresche alle quali il Giovanni da Udine ha sempre dedicato una recita a prezzo ridotto. Anche questo è un modo per fidelizzare i giovani che con “Tosca” programmata a giugno viene meno. «Siamo al culmine di un rapporto storicamente mai semplice - avverte l’assessore -, la questione va affrontata e risolta dal punto di vista politico. In caso contrario la Regione dia un contributo per la lirica al Giovanni da Udine che si riserva di acquistarla dove vuole, anche in Veneto o a Lubiana».
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