Il sergente Trotter di Ettore Bassi: sul palco ogni sera è una scoperta
L’attore interpreta il noir “Trappola per topi”. Sarà a Latisana, Cividale, Spilimbergo e Sacile

Il titolo “Trappola per topi” va maneggiato con cura. Si tratta di uno dei più celebri e celebrati noir del Novecento di Agatha Christie, saltato nel Duemila con la stessa energia di quando travolse le platee inglesi.
A teatro nessuno ha fatto di meglio: la storia è rimasta imbullonata sul palcoscenico del West End londinese dal 1952 al 2020. Un record imbattibile.
La pièce, con la traduzione di Edoardo Erba (regia di Giorgio Gallione) e grazie all’Ert, sarà in Friuli il 16 gennaio a Latisana, il 17 a Cividale, il 18 a Spilimbergo e il 19 a Sacile. Il sergente Trotter, personaggio chiave della vicenda — che si anima nella pensione familiare di Monkswell manor — ha il volto e il portamento di Ettore Bassi, subentrato di recente in compagnia.
«Le rappresentazioni friulane saranno il mio debutto — spiega l’attore pugliese che ha attraversato la miglior fiction dal 1994 al 2023, dal “Maresciallo Rocca” a “Carabinieri”, oltre a una notevole collezione di prosa con “L’attimo fuggente” come portabandiera — in una regione ricca di ricordi per me. Tante serate nei vostri bellissimi teatri e con davanti un pubblico sempre competente e accogliente».
Non è agevole saltare su un treno in corsa e con un regime di marcia collaudato. Basta l’esperienza o serve qualcos’altro?
«Quella aiuta sempre, ancor di più funziona l’amalgama fra gli interpreti della compagnia. La difficoltà stimola la voglia di riuscirci a tutti i costi. Diciamo che a quel punto sei costretto a imparare a memoria le battute di tutti, non soltanto le tue. Un trucco “faticoso”, ma ti facilita il compito. Dichiaro un precedente e ciò, in un certo senso, mi ha agevolato: anche con “Carabinieri”, una serie Mediaset che mi portò fortuna, accadde lo stesso: Lorenzo Crespi, ovvero il maresciallo Palermo, fu costretto a lasciare il set e chiamarono me nel ruolo di Andrea Ferri».
Giusto per capire: come ci si muove quando un personaggio cambia volto?
«Intanto i tuoi compagni di viaggio, che sono in cammino da un po’ prima di te, devono farti sentire a tuo agio, magari perdonando qualche iniziale sbavatura. E tutti loro, assieme al regista Gallione, hanno contribuito a farmi recuperare il ritmo, elemento fondamentale affinché l’equilibrio della narrazione rimanesse inalterato. Potrebbe sembrare presuntuoso, ma è stato più facile del previsto, ecco, e di questo ringrazio davvero l’infinita disponibilità dei miei amici di palcoscenico».
Qual è il segreto di “Trappola per topi” per essere riuscita a imporsi nel mondo?
«Non saprei dire che cosa ha più degli altri, sicuramente questo lavoro contiene gli elementi perfetti del giallo classico, un insieme di personaggi ben calibrati e, soprattutto, un crescente interesse scena dopo scena. La Christie ha confezionato un’indagine che lo spettatore fa sua e non riesce a starne fuori: una sensazione dominante di gran parte della platea. In più la scrittrice ha preso in prestito lo stile dei classici formando una struttura dove la convivenza fra passato e presente è inattaccabile. Sebbene dal debutto siano finiti nel cestino una settantina di calendari, viviamo una vicenda che pare contemporanea. I grandi, dai greci a Shakespeare, hanno saputo comporre opere che qualunque epoca a venire avrebbe apprezzato».
Cosa c’è di Ettore Bassi nel sergente Trotter?
«La voglia di divertirmi e la continua scoperta, ogni sera, di sfaccettature diverse e di nuovi elementi da aggiungere la replica successiva. Sono curioso dell’evoluzione del personaggio».
Saltando nella Tv, Bassi, con tutte queste piattaforme agguerrite, che fine farà la televisione generalista?
«Dovrà combattere cercando di adeguarsi al mercato, modificare il linguaggio, se necessario, osare di più e non farsi cullare da una specie di monopolio che non esiste più. Non voglio fare uno spot a una serie di Raidue — “Noi siamo leggenda” — ma credo sia questo il futuro, nel senso di operazione salvavita. Tant’è che finirà su Amazon Prime».
Per teatro e cinema vede una ripresa dopo il Covid?
«La prosa è rinata, grazie a Dio, d’altronde la nostra è una vita da divano, ci siamo infossati là dentro e farci alzare è difficile, a meno di stimoli forti. Cercare di crearli è la nostra missione».
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