Il piccolo stambecco a spasso con la madre LE FOTO

FORNI DI SOPRA. Incontri ravvicinati con gli stambecchi del Parco naturale delle dolomiti friulane. Un folto gruppo di stambecchi usa trascorrere l’estate nella Val di Suola, porta del parco e sul sentiero delle genziane (Truoi dai scopls) che collega il rifugio Flaiban Pacherini a quota m 1600 con il rifugio Giaf a quota m 1400 sul versante dei Monfalconi di Forni- una zona molto frequentata da turisti ed escursionisti, tanto che oramai anche gli stambecchi non sono più spaventati dall’essere umano, cui si avvicinano curiosi più che attendersi qualche cosa da mangiare.
L’input viene dato dagli esemplari più vecchi ai più giovani. E così, un gruppo di amici che aveva percorso il famoso sentiero dai Sclops sulle pale scoscesi del Suola, a ridosso del rifugio, ha avuto il loro incontro con gli stambecchi. un tragitto che parte dal rifugio Giaf a quota m 1400, sino alla Forcella dell’Urtisiel.
Un’ora e mezza di cammino su sentieri fra ghiaioni contornati da fiori dai colori e dal profumo incredibili: campanule, nigritelle, silene e genziane. Lo sguardo spazia sulla vallata di Forni di Sopra e sulle guglie dolomitiche del Monte Cridola (m. 2581).
Superato lo spartiacque si scende all’interno del Parco, verso Casera Valbinon a quota m 1778 buon rifugio in caso di maltempo. Il sentiero riprende a salire sino ai m 1945 dell’incredibile scenario offerto da Canpuros, un pianoro erboso ricchissimo di piante e fiori, dove accanto alle genziane troviamo altre rarità montane.
Lo spettacolo è da favola. Forcella Fantulina, Val di Brica, i Monfalconi di Forni, la Val Cimoliana. Possibili incontri ravvicinati con la fauna locale: camosci, stambecchi, aquile e marmotte. Un’escursione in un ambiente unico e selvaggio, che ha conosciuto solo pochi momenti di antropizzazione nell’epoca pre industriale, per la carenza d’acqua potabile, che è bene portarsi appresso durante l’uscita, e per la distanza dai luoghi abitati della lontana pianura, che fanno di questa zona uno dei più ampi parchi delle Alpi che non presentano tracce evidenti della presenza umana sul suo territorio. «Dapprima - racconta Christine De Santa di Marsilia – abbiamo visto gli esemplari maschi con i loro grandi e pesanti trofei, successivamente siano stati inseguiti da una femmina con un piccolo di un anno».
Poco dopo però la visione più esclusiva, una femmina con un piccolo di pochi mesi, entrambi perfettamente mimetizzati con l’ambiente dolomitico. La femmina, di colore marroncino, osservava le evoluzioni di un piccolo batuffolo bianco che le scorazzava attorno. Inforcata la macchina fotografica ecco un servizio degno delle migliori trasmissioni televisive naturalistiche.
Per nulla intimoriti, ma sempre tenendo sia distanza di sicurezza, madre e piccolo si sono messi in posa e lasciati fotografare dagli escursionisti. «Ho la memoria della macchina fotografica piena - ha detto Christine - ma non voglio perdere nessun fotogramma e portarmelo a casa quale ricordo di quella che è stata una giornata meravigliosa dovuta all’ambiente dolomitico fornese e da questo eccezionale incontro». Sopra Forni di Sopra, nel parco delle dolomiti friulane patrimonio dell’Umanità può accadere (spesso) anche questo.
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