Il “Percoto” guarda al futuro: una categoria anche per l’Intelligenza artificiale

Un premio che guarda al futuro. La giuria del Premio letterario nazionale “Caterina Percoto” per la decima edizione del bando di concorso promosso dal Comune di Manzano, ha infatti aggiunto una categoria aggiuntiva rispetto alle conbsuete, la “I.A”. ,aperta a chi dichiaratamente utilizzerà l’intelligenza artificiale come strumento per raggiungere il migliore risultato letterario.
«I sistemi di cosiddetta Intelligenza Artificiale sono entrati nella nostra vita in vari modi: uno è quello della produzione di contenuti testuali o grafici e fare finta che non esistano e soprattutto che non vengano usati è mettere la testa sotto la sabbia. Il Premio intitolato a Caterina Percoto lancia coraggiosamente un esperimento che potrà aiutarci a vedere con più evidenza cosa può produrre la collaborazione tra sistemi di intelligenza artificiale ed autrici ed autori umani» spiega Vincenzo Della Mea, docente di Informatica dell’Università degli studi di Udine e autore di Clone 2.0 nella Collana Gialla di Pordenonelegge-Samuele Editore (2023) e da poco membro “aggiunto” della Giuria. presieduta dalla giornalista e scrittrice Elisabetta Pozzetto che ha pensato per la decima edizione di questo concorso, il cui bando è aperto fino al 30 giugno, a una categoria che sarebbe piaciuta ad uno spirito sempre aperto alle innovazioni quale era Caterina Percoto, non solo scrittrice ma anche imprenditrice agricola sempre curiosa alla sperimentazione e alla ricerca.
«Il Premio negli anni si è rinnovato sempre, da concorso di opere edite che ha confermato il successo di grandi autori della letteratura e della poesia con origini in Friuli come Elio Bartolini, Paolo Maurensig e Pierluigi Cappello, è diventato – spiega la presidente Pozzetto - officina di sperimentazione sulla scrittura nella forma di racconto breve per stimolare la rilettura di Percoto: oggi da “pioniere” il premio esplora i confini tra la creazione umana e artificiale nel campo della produzione letteraria».
La giuria, che ha ampliato i ranghi quest’anno con la presenza di Valentina Gasparet, co-curatrice di Pordenonelegge, ha pensato anche di includere un esperto consulente per redigere il bando e affrontare la valutazione di queste opere con la maggiore consapevolezza possibile e lo ha individuato nella figura del prof. Della Mea, che, tra l’altro, da autore di poesie con la raccolta Algoritmi nel 2006 aveva vinto il secondo premio del Caterina Percoto. Della Mea conferma l’importanza di una esplorazione inedita: ad oggi in Italia non sono noti altri concorsi che dichiaratamente ammettano l’uso di A.I., alcuni, la escludono. Forse per evitare ciò che a inizio 2024 è successo in Giappone, dove l’autrice Rie Kudan ha vinto il premio Akutagawa, uno dei riconoscimenti letterari più prestigiosi del Paese, per la migliore opera di narrativa di uno scrittore esordiente e ha rivelato dopo aver ritirato il premio che a darle una mano nella stesura di The Tokyo Tower of Sympathy, definito dalla critica “praticamente impeccabile”, era stato Chat GPT.
Ecco perché avere una categoria aperta alla AI, oltre aprire anche a una valutazione più serenamente equa tra i partecipanti, potrà fare meglio luce su cosa possa produrre la collaborazione tra sistemi di intelligenza artificiale e autrici e autori umani. Dovendo però ragionare in termini di qualità letterarie del prodotto, Della Mea mette in guardia sul fatto che la giuria (composta da Elisabetta Pozzetto presidente, William Cisilino, Elisabetta Feruglio, Valentina Gasparet, l’assessore alla Cultura del Comune di Manzano Silvia Parmiani) non dovrà fare sconti ai testi.
«Dovranno essere valutati come quelli partecipanti alle altre sezioni, ma è per questo che abbiamo previsto che siano richieste agli autori di quella categoria informazioni aggiuntive a monte sulla metodologia utilizzata: queste informazioni saranno un utile ritorno per la comunità, perché potrebbero dare indicazioni sulle buone pratiche per l'utilizzo dei sistemi di generazione di testo» spiega Della Mea. Una scommessa che il Comune di Manzano ha abbracciato con coraggio».
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