Il generale dell’armata morta: un saggio racconta il film con Mastroianni mai uscito

A Pordenone la presentazione del libro di Antonio Caiazza e la proiezione del documentario, firmato Luciano Tovoli

Oscar D’agostino
Marcello Mastroianni e Michel Piccoli in una scena del film Il generale dell’armata morta
Marcello Mastroianni e Michel Piccoli in una scena del film Il generale dell’armata morta

La storia del cinema è fatta anche da film realizzati e, per un motivo o un altro, mai usciti nelle sale. Il caso più celebre è Il giorno in cui il clown pianse, una pellicola girata da Jerry Lewis nel 1972. Una storia tragica, mai approdata sullo schermo per problemi di fallimenti della casa produttrice e per volere dello stesso regista.

Tra le storie tragiche rimaste nei cassetti, stavolta per un altro motivo, c’è anche il film sui soldati italiani in Albania negli anni del fascismo, girato da Luciano Tovoli (il celebre direttore della fotografia) nel 1983, con interpreti Marcello Mastroianni e Michel Piccoli.

Il generale dell’armata morta, conosciuto anche con il titolo L’armata ritorna, era ispirato all'omonimo romanzo dello scrittore Ismail Kadare.

La copertina del libro che sarà presentato a Pordenone
La copertina del libro che sarà presentato a Pordenone

La vicenda del film torna alla luce grazie a un saggio pubblicato da Antonio Caiazza, giornalista della redazione Rai di Trieste, che ha seguito per anni le vicende Balcaniche e che all’Albania ha già dedicato altri due libri. Un Paese che conosce dunque bene.

E proprio giovedì alle 18.30 a SpazioZero di Pordenone ci sarà un doppio appuntamento : alle 1830 la presentazione del libro con l’autore: a dialogare con lui Piero Colussi e lo stesso Luciano Tovoli. A seguire, alle 20.45 a Cinemazero, la proiezione del film introdotta dal regista Luciano Tovoli.

Il film è stato diretto da Tovoli alla sua prima e unica regia dopo una carriera eccezionale come direttore della fotografia (Professione: Reporter di Antonioni, Suspiria di Dario Argento, Il deserto dei Tartari di Zurlini). La genesi del progetto risale al set di Ciao maschio di Marco Ferreri, quando Mastroianni prestò a Tovoli una copia del romanzo. Dopo una notte di lettura appassionata, Tovoli decise che quella sarebbe stata la sua opera prima, dando vita a una delle avventure più affascinanti e tormentate del cinema europeo.

Ma cosa racconta la trama del film? Negli anni '60, un generale italiano viene inviato in Albania con il compito di recuperare i resti dei soldati italiani caduti durante la Seconda Guerra Mondiale. Ad accompagnarlo c’è un prete militare. I due intraprendono un viaggio attraverso villaggi e campagne albanesi, alla ricerca delle ossa dei connazionali. Durante questa missione, il generale si confronta con l'assurdità della guerra, il peso della memoria e l'ostilità latente degli albanesi verso gli ex invasori.

Il viaggio si trasforma in una profonda riflessione sull’identità, la morte e la futilità dei conflitti. Attraverso documenti inediti trovati negli archivi doplomatici in giro per l’Europa, Caiazza ricostruisce la lavorazione del film con Marcello Mastroianni, Michel Piccoli, Anouk Aimée e un esordiente Sergio Castellitto. Le riprese erano previste tra il 1980 e il 1982 in Albania, dove vennero fatti anche diversi sopralluoghi. Fu pure versata una somma alla Banca di Stato albanese.

Ma, seppure negli Anni Ottanta, si trattava di una vicenda ancora scomoda da raccontare e, così come emerge dai documenti, due Paesi (L’Italia e la Francia) esercitarono un’enorme pressione sull’Albania per bloccare la realizzazione della pellicola. Saiazza sostiene che dietro al blocco del progetto ci fu un vero e proprio boicottaggio politico/diplomatico per evitare che si riaprisse il discorso sull’occupazione fascista in Albania e sulle atrocità commesse. A testimonianza di ciò, il libro utilizza documenti inediti tratti da archivi diplomatici europei, lettere (anche di Kadare e Dritero Agolli) per ricostruire questa “guerra segreta”.

Come finì? Che la troupe venne imbarcata su un aereo e rimandata in Italia, senza girare un metro di pellicola. Il film venne poi realizzato in Italia ma non uscì mai nelle sale del nostro Paese. E venne trasmesso una volta sola dalla Rai.

A titolo di curiosità, esistono altri due film tratti dal romanzo: un film televisivo albanese della seconda metà degli anni settanta , e uno, ancora albanese, del 1989 di Dhimitër Anagnosti, scomparso di recente all’età di 91 anni. 

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