Il doppio delitto di Bolzano: l’udinese Matteo Macuglia racconta “Il male dentro”

Il saggio del giornalista che lavora in redazione a Quarto Grado sul caso di cronaca nera del 2021. «Scriverlo mi è costato fatica anche emotiva». Domenica la presentazione alla Moderna di Udine

Elena Commessatti

È il più giovane dei venti giornalisti della redazione di Quarto Grado, il programma d’inchiesta di Rete Quattro condotto da Gianluigi Nuzzi, Matteo Macuglia, udinese, “classe” come si dice da queste parti 1993.

È il più giovane, con in mano (e nel cuore) il più grande caso di cronaca nera 2021: la morte a Bolzano dei coniugi Neumair, Laura e Peter, strangolati in casa (e gettati nel fiume) il 4 gennaio dal figlio Benno reo confesso, ma non subito.

Matteo Macuglia è il giornalista più vicino all’assassino, per età, – al tempo ventotto anni lui, trenta Benno (ventisei la sorella Madè) –, ed è l’ultimo a parlare con lui (una telefonata di venticinque minuti che servirà anche alle indagini).

Ma di scoop in questa storia Macuglia ne ha fatti tanti, ora descritti in un libro appena uscito da Rizzoli: Il male dentro, che verrà presentato in libreria, nella sua città natale, con apertura straordinaria della Moderna: domenica, alle 11.30 (ingresso gratuito, informazioni e prenotazioni telefonando allo 0432 504284)

Il libro, secondo titolo per “I casi di Gianluigi Nuzzi” di Rizzoli porta in copertina un abbondante rincalzo: “Peter e Laura Neumair uccisi dal figlio Benno.

Menzogne e verità di un delitto mostruoso”, ma soprattutto una scelta grafica forte: foto di Benno stesso, giovane, muscoloso, dall’aria contemporanea e pulita come i ragazzi di montagna da quelle parti.

Matteo Macuglia: ha seguito il caso ogni settimana a Quarto Grado. È stato tre mesi sul luogo del delitto. Cosa aggiunge questo lavoro all’inchiesta?

«Quando mi è stato chiesto se volessi scrivere il libro ci ho pensato un po’. Avevo già raccontato come inviato l’evolversi tragico della vicenda. Poi ho pensato che avevo delle cose da aggiungere a cui non volevo rinunciare; scriverlo mi è costato fatica, anche emotiva. Sono quasi coetaneo di Benno e della sorella Madè, mi sono trovato a faccia a faccia con l’assassino sin dall’inizio, e il suo stato mentale con le bugie che raccontava è faccenda complessa, con i continui depistaggi che ha messo in scena. Benno, due ergastoli, il disturbo narcisistico di personalità».

Nel libro ci sono centinaia di documenti inediti.

«Questa è la novità rispetto all’inchiesta televisiva. E poi ho potuto approfondire. Sono riuscito a raccontare chi erano i coniugi Neumair, anche in virtù del rapporto di fiducia che ho instaurato ora con la famiglia. Ci tenevo anche a descrivere l’eccellente lavoro investigativo dei carabinieri. La famiglia Neumair “era” una famiglia normale, come tante. I figli avevano avuto possibilità di studio e di internazionalità. I coniugi, insegnanti in pensione, si amavano teneramente dopo trent’anni, erano brave persone. L’amore anche a Benno non era mancato, certo».

Il suo reportage emerge nello scaffale. E sa perché? Non dimentica mai la grazia del cuore. È una rarità un giornalismo d’inchiesta che non grida.

«Ho un modo di fare riflessivo; sono entrato lentamente nella vicenda e nella fiducia dei protagonisti. È stato difficile: c’è tantissimo dolore. Scrivere il libro mi ha consentito di poter raccontare la marea che c’è in questa storia, che va a ondate, tra svelamenti e depistaggi. E bugie, infinite, da parte di Benno».

È stato l’ultimo giornalista a parlare con lui.

«Ci ho parlato due volte. A parte le bugie, nella seconda il suo modo di fare tranquillo, quasi allegro, mi ha fatto scattare il campanello d’allarme. Non si può essere così se sai che i tuoi genitori potrebbero essere morti e in un modo drammatico».

E Madè, la sorella? Il suo lavoro trascina il lettore in una vertigine di sofferenza, ma la nostra empatia con la sorella Madè ci lascia addolorati.

«Madè è la sopravvissuta; la protagonista delle indagini. È stata lei, ferma e lucida, ad aiutare i carabinieri. C’era lei all’obitorio. Ha dato pure a suo fratello una possibilità di confessione, quando per caso si sono incontrati, ma lui ha continuato a mentire».

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