Il diacono del Tempio: "Cargnacco accoglierà i resti di quei cento soldati, si rinnova la commozione"

UDINE. Saranno accolti all’aeroporto di Venezia dal Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti (Onorcaduti) e dopo una breve cerimonia militare, trasferiti al Tempio di Cargnacco, in attesa che siano individuati, se mai sarà possibile, i parenti e di una cerimonia solenne per onorarli.
Sarà cosí per le salme dei soldati caduti nella campagna di Russia, questa volta un numero consistente, che impressiona: un centinaio. «È il quinto caso di trasferimenti dai campi di battaglia, nei dieci anni della mia esperienza qui - ci aggiorna Michele Trungadi, diacono al Tempio - e l’emozione si rinnova sempre, intensa».
Al momento non è dato sapere il giorno del trasferimento in Friuli, mentre è da circa un mese che si è a conoscenza del ritrovamento. Bisognerà attendere istruzioni dall’Ambasciata d’Italia a Mosca, che gestisce il caso; e dal Ministero per la pianificazione delle operazioni di rientro.
«È previsto l’arrivo di questi caduti - ci conferma il tenente colonnello e direttore del Sacrario di Redipuglia, Norbert Zorzitto -, ma non è stata ancora comunicata la data di rientro anche se è in atto la fase organizzativa dell’accoglimento in Italia».
Una volta riconsegnate le casse contenenti i resti dei soldati - quelli ritrovati nelle fosse comuni vengono accolti tutti in un unico feretro - potranno avere diversa destinazione. Se si tratterà di resti di caduti la cui identità è ignota, saranno accolti a Cargnacco, onorati con una cerimonia religiosa e tumulati nel Tempio.
Se si tratterà di resti di soldati identificati grazie al ritrovamento della piastrina, si attenderà l’eventuale parere favorevole da parte delle famiglie o degli eredi, che potranno decidere di lasciare che il congiunto sia tumulato nel Tempio o invece trasferito nel proprio paese d’origine.
Non è certo, peraltro, di che si caduti si tratti, se alpini o di altro . Quel che è sicuro è che, all’arrivo al Tempio dei resti dei caduti, c’è sempre molta commozione, anche durante la funzione religiosa, perché dopo tanti anni finalmente le spoglie di un proprio congiunto vengono restituite e degnamente sepolte.
«La predica è una predica sui caduti, sulla guerra che è successa: con le poche cose che avevamo noi italiani abbiamo mandato questi ragazzi allo sbaraglio!» - riferisce Trungadi -. «Anche io ho avuto qualche lontano parente scomparso nella campagna di Russia.
E sono sempre io che, ogni tanto, ricevo telefonate dai parenti dei caduti: c’è una signora di Tolmezzo che viene spesso a portare offerte qui e, se non può venire, telefona. Un altro signore viene in visita da Bologna. Si raccoglie in preghiera nel Tempio.
Spesso le persone si organizzano e prenotano un pullman, da Treviso o da tante altre località: e vengono qui con il loro celebrante. In quei casi si celebra la messa insieme».
Il Tempio di Cargnacco o Tempio Nazionale di Madonna del Conforto, è una architettura monumentale progettata dall’architetto Giacomo Della Mea, anch’egli reduce dalla campagna di Russia.
È affiancato da un museo, attualmente chiuso, che ospita ed espone diversi reperti e documenti su quella terribile guerra che falciò le vite di novantamila giovani.
«Difficile poter commentare una notizia di cui ancora non si sa con precisione ancora quasi nulla - così Guido Aviani Fulvio - creatore del museo -. Bisognerà attendere notizie più precise e capire se si tratta di alpini o di caduti di altri corpi militari; e verificare esattamente in quale zona della Russia è avvenuto il ritrovamento».
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