Il diacono del Tempio: "Cargnacco accoglierà i resti di quei cento soldati, si rinnova la commozione"

Trungadi: «Ci telefonano da tutta Italia, ascoltiamo i parenti». Guido Aviani Fulvio, curatore del museo: «Importante sapere il luogo del ritrovamento»
Pozzuolo 26 gennaio 2014 cerimonia tempio cargnacco Foto Copyright Petrussi TURCO
Pozzuolo 26 gennaio 2014 cerimonia tempio cargnacco Foto Copyright Petrussi TURCO

UDINE. Saranno accolti all’aeroporto di Venezia dal Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti (Onorcaduti) e dopo una breve cerimonia militare, trasferiti al Tempio di Cargnacco, in attesa che siano individuati, se mai sarà possibile, i parenti e di una cerimonia solenne per onorarli.

Sarà cosí per le salme dei soldati caduti nella campagna di Russia, questa volta un numero consistente, che impressiona: un centinaio. «È il quinto caso di trasferimenti dai campi di battaglia, nei dieci anni della mia esperienza qui - ci aggiorna Michele Trungadi, diacono al Tempio - e l’emozione si rinnova sempre, intensa».

Al momento non è dato sapere il giorno del trasferimento in Friuli, mentre è da circa un mese che si è a conoscenza del ritrovamento. Bisognerà attendere istruzioni dall’Ambasciata d’Italia a Mosca, che gestisce il caso; e dal Ministero per la pianificazione delle operazioni di rientro.

«È previsto l’arrivo di questi caduti - ci conferma il tenente colonnello e direttore del Sacrario di Redipuglia, Norbert Zorzitto -, ma non è stata ancora comunicata la data di rientro anche se è in atto la fase organizzativa dell’accoglimento in Italia».

Una volta riconsegnate le casse contenenti i resti dei soldati - quelli ritrovati nelle fosse comuni vengono accolti tutti in un unico feretro - potranno avere diversa destinazione. Se si tratterà di resti di caduti la cui identità è ignota, saranno accolti a Cargnacco, onorati con una cerimonia religiosa e tumulati nel Tempio.

Se si tratterà di resti di soldati identificati grazie al ritrovamento della piastrina, si attenderà l’eventuale parere favorevole da parte delle famiglie o degli eredi, che potranno decidere di lasciare che il congiunto sia tumulato nel Tempio o invece trasferito nel proprio paese d’origine.

Non è certo, peraltro, di che si caduti si tratti, se alpini o di altro . Quel che è sicuro è che, all’arrivo al Tempio dei resti dei caduti, c’è sempre molta commozione, anche durante la funzione religiosa, perché dopo tanti anni finalmente le spoglie di un proprio congiunto vengono restituite e degnamente sepolte.

«La predica è una predica sui caduti, sulla guerra che è successa: con le poche cose che avevamo noi italiani abbiamo mandato questi ragazzi allo sbaraglio!» - riferisce Trungadi -. «Anche io ho avuto qualche lontano parente scomparso nella campagna di Russia.

E sono sempre io che, ogni tanto, ricevo telefonate dai parenti dei caduti: c’è una signora di Tolmezzo che viene spesso a portare offerte qui e, se non può venire, telefona. Un altro signore viene in visita da Bologna. Si raccoglie in preghiera nel Tempio.

Spesso le persone si organizzano e prenotano un pullman, da Treviso o da tante altre località: e vengono qui con il loro celebrante. In quei casi si celebra la messa insieme».

Il Tempio di Cargnacco o Tempio Nazionale di Madonna del Conforto, è una architettura monumentale progettata dall’architetto Giacomo Della Mea, anch’egli reduce dalla campagna di Russia.

È affiancato da un museo, attualmente chiuso, che ospita ed espone diversi reperti e documenti su quella terribile guerra che falciò le vite di novantamila giovani.

«Difficile poter commentare una notizia di cui ancora non si sa con precisione ancora quasi nulla - così Guido Aviani Fulvio - creatore del museo -. Bisognerà attendere notizie più precise e capire se si tratta di alpini o di caduti di altri corpi militari; e verificare esattamente in quale zona della Russia è avvenuto il ritrovamento».

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