Il D-day del turismo culturale: Friuli apripista con 180 guide

Per la prima volta nella storia della Repubblica abbiamo un Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo che pone al centro del suo operato il concetto di integrazione tra cultura e, appunto, turismo, di fatto oggi individuato come una priorità e una risorsa in crescita, cui il nostro patrimonio artistico non può che essere un valore aggiunto.
Ma anche il rapporto tra i Musei e i Paesaggi culturali di riferimento è uno dei temi “caldi” del dibattito in corso a livello internazionale con il fine di perseguire il rilancio socio economico, e sostenibile, dei nostri territori. Sta di fatto che nella nostra regione c’è chi almeno dal 1983 (Legge Quadro sul Turismo) ha operato in quest’ottica, facendo della valorizzazione globale del nostro territorio, dall’arte al cibo, dai monumenti al divertimento, una vera e propria professione: sono le guide turistiche del Friuli Venezia Giulia, oggi in centottanta circa iscritte all’Albo regionale, con regolare patentino, che si affiancano alle guide naturalistiche e agli accompagnatori turistici, questi ultimi operanti a livello internazionale.
E per ricordare a tutti noi l’imprescindibile ruolo di “operatori sul campo”, di globetrotter in continuo movimento tra agenzie turistiche, associazioni, scuole, alberghi, chiese e musei, ecco l'iniziativa della Giornata internazionale della guida turistica giunta alla sua XXVI edizione, la prima delle quali datata al 1986, anno della fondazione della World Federation, che anche nella nostra regione si celebra, con guide offerte gratuitamente a tutti, domenica.
Sta di fatto che dobbiamo alla guida turistica l’invenzione di quel “turismo esperienziale”, oggi tanto di moda, ovvero l’opportunità di intrattenersi su un territorio in modo piú coinvolgente e prolungato possibile, combinando visite, degustazioni, shopping, pernottamenti e anche un nuovo bagaglio di conoscenze e di curiosità.
Ma anche per noi tutti che crediamo di conoscere almeno la nostra regione, una regione che in poche centinaia di chilometri offre passeggiate attraverso i millenni oltre che paesaggi alpini e marini, le proposte di visite guidate offerte da questa domenica 22 febbraio ci riserveranno sicuramente delle sorprese.
Il tutto grazie alla professionalità di Clara, Edda, Roberta, Giovanna, Giuliana, Glauco, Costanza, Simonetta, ovvero alle “guide” anonime e universali che si sono messe a disposizione a nome di tutti i colleghi. Tappe d’obbligo per questa domenica, oltre alle piú gettonate e canoniche Aquileia e Cividale, come da box qui in allegato, anche insolite e meno convenzionali proposte: luoghi da riscoprire come l’antico impianto urbanistico di Cervignano fra lacerti musivi e abbazie altomedioevali, o di Codroipo, con tappa al Museo Archeologico; a queste si aggiunge un percorso che celebra i cento anni dal conflitto mondiale, come quello che tocca Udine, capitale della Grande Guerra, partendo dal Tempio Ossario.
Spostandoci nel Friuli occidentale, lasciamoci guidare tra i palazzi sei e settecenteschi del borgo incantato di Polcenigo, o seguiamo i passi dell’irrequieto genio rinascimentale per eccellenza, Giovanni Antonio de’ Sacchis detto il Pordenone: a partire dalla sua prima opera data e firmata (1506), un affresco appena restaurato nella Chiesa di Santo Stefano a Valeriano, come la “Natività dell’Oratorio dei Battuti”, passando quindi alla parrocchiale di San Martino a Pinzano al Tagliamento, e finendo questo piccolo Grand Tour attraverso il primo Cinquecento , al Museo d’Arte di Pordenone, la città appunto dove l’artista nacque intorno al 1483/4.
Molto c’è ancora da valorizzare e prima ancora da conoscere, per meglio definire la nostra vera identità culturale e soprattutto per comunicarla a quel pubblico, e pensiamo al turismo in particolare, che tutto l’anno può fruire sia del nostro variegato «piccolo compendio dell’universo», sia delle collezioni d’arte e di storia e delle tante proposte culturali che le nostre Istituzioni offrono, e molto in questa direzione hanno fatto e potranno fare, se opportunamente coinvolte, le nostre pazienti e instancabili guide turistiche.
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