Il compositore Carrara presenta Rosso Ferrari: «Racconto in note l’Italia e il mito dei motori»
La nuova opera del docente e compositore pordenonese. Un concerto itinerante per fisarmonica e orchestra

Si intitola “Rosso Ferrari” l’ultima opera composta da Cristian Carrara, un omaggio alla Ferrari e al design italiano ammirato in tutto il mondo.
È un periodo intenso per il compositore pordenonese, docente di composizione al Conservatorio di Udine, stesso istituto dove si è diplomato, le cui opere sinfoniche sono state recentemente pubblicate da prestigiose case discografiche come Naxos, album registrato con Fvg Orchestra, e Hyperion, registrato a Londra con London Philharmonica Orchestra.
Rosso Ferrari è un concerto per fisarmonica, «strumento popolare che è esempio e simbolo di italianità» e orchestra. «Racconto in musica l’Italia, il colore rosso Ferrari – dice il compositore pordenonese, che è anche direttore artistico della Fondazione Pergolesi Spontini – e il mito dei motori». Il concerto si sviluppa in tre movimenti: «Velocità, quella incarnata dalla monoposto di Maranello; eleganza, il design unico delle Rosse; sogno, quello che le Ferrari incarnano ancor oggi».
Il debutto è avvenuto nella serata del 16 maggio al teatro Verdi di Firenze con l’Orchestra della Toscana, lunedì 19 al teatro auditorium Manzoni di Bologna, poi negli Usa, a Richmond e a Santa Barbara».
Professore, qual è la filosofia di questo concerto?
«Essendo una coproduzione internazionale, ho voluto raccontare una grande storia italiana. La musica è innanzitutto racconto. Raccontare Ferrari significa raccontare il nostro Paese, con le sue cadute e rinascite; raccontarne la bellezza e la creatività, tratti che in tutto il mondo ci riconoscono. Raccontare di questo nostro modo di essere, a volte disorganizzato ma in fondo pieno di risorse. Ho scelto la fisarmonica perché e anch’essa patrimonio dell’Italia e, in particolare, simbolo della musica popolare. Una delle capitali della fisarmonica nel mondo è in Italia, nelle Marche: Castelfidardo. Così questo concerto è pieno di ritmo e di melodia. Spero, pieno di sorprese».
Un messaggio di speranza a un Paese che ha tutte le capacità e potenzialità per non declinare?
«È un concerto in cui ho voluto raccontare le cose belle che ci contraddistinguono: la capacità di schivare all’ultimo l’ostacolo, la prontezza di riflessi; quella di saper cantare l’eleganza; quella di saper sognare ad occhi aperti, di avere nonostante tutto visioni di futuro. Sono tratti che ci caratterizzano, che a volte dimentichiamo».
Lei insegna a Udine, abita a Pordenone. Ci sarà la possibilità di portare questo concerto anche in Friuli dove ha studiato e dove ora insegna?
«Mi piacerebbe molto, tra i committenti di questo nuovo lavoro c’è anche Fvg Orchestra. È sempre bello poter portare il frutto del proprio lavoro nei luoghi che si amano».
Cosa c’è nel suo futuro artistico?
«Sto lavorando all’ideazione di alcune nuove opere liriche, alle musiche di scena per uno spettacolo teatrale e ad un’idea un po’ matta di rielaborazione di uno dei più grandi capolavori della storia della musica: lo Stabat Mater di Pergolesi. Insomma, c’è da fare, per fortuna. Scrivere musica è sempre affrontare sfide nuove».
Cristian Carrara, peraltro, nei giorni scorsi ha dato vita, con Alpe Adria Music Institute, in collaborazione con Piano City e Fvg Orchestra, ad una masterclass di alto perfezionamento per compositori, all’interno di un ampio progetto che ha l’obiettivo di portare in città alcune innovative esperienze di alta formazione musicale. Sei giovani compositori appositamente scelti, lavoreranno a Pordenone, sotto la sua guida, con l’obiettivo di scrivere sei nuovi brani orchestrali che verranno eseguiti in concerto in prima assoluta nel prossimo autunno. Un altro passo verso Pordenone città della cultura 2027.
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto