Il colle del Castello di Udine racconta quattromila anni di storia

Aperti al pubblico i depositi nei sotterranei dell’ala est. Via alle visite guidate In primavera sarà presentato un nuovo volume che racconta le scoperte

Martina Delpiccolo

Di gradino in gradino si scende, come fosse di secolo in secolo, a scoprire gli strati di storia della città. Ora è possibile. Sono stati aperti ieri al pubblico i depositi archeologici posti nei sotterranei dell’ala est del Castello di Udine.

All’inaugurazione erano presenti il sindaco Pietro Fontanini, l’assessore Fabrizio Cigolot, la responsabile del Museo Archeologico Paola Visentini e il dirigente del Servizio Cultura e Istruzione Antonio Impagnatiello.

Il colle si racconta, svelando dettagli inediti che vanno a illuminare la storia e la preistoria del Friuli. La suggestione della saletta inferiore in cui si percepisce la stratificazione del tempo è amplificata dal materiale evocativo, parte del più ampio progetto di “Archeologia Urbana”, coordinato dal Museo Archeologico che mira a restituire alla collettività il suo passato. Di qui la volontà dell’Assessorato alla Cultura di Udine di rendere visibile e accessibile questo patrimonio.

«Con questo progetto si apre uno scenario eccezionale, unico – ha annunciato il sindaco Fontanini – perché dietro la leggenda di Attila c’è molto altro. Il colle non è un retaggio morenico, ma è opera dell’uomo. Attraverso questo materiale, ora aperto al pubblico, si potranno valorizzare le tracce e gli elementi che dimostrano l’antichità della città di Udine».

L’assessore Cigolot ha ripercorso l’attività e gli interventi degli ultimi anni in campo archeologico in collaborazione con la Soprintendenza «per mostrare finalmente l’invisibile e conferire legittimità scientifica a un percorso di quasi 4.000 anni di storia della città e della nostra identità».

Durante l’inaugurazione, la dottoressa Paola Visentini ha introdotto i presenti alla saletta scavata negli anni ‘70 facendo luce sulle 4 fasi, dalla protostoria al Rinascimento, che si leggono dai reperti e da ciò che rimane delle mura di una città fortificata con nucleo centrale il colle. Rigore scientifico e fascino nel percorso illustrato dalla responsabile del Museo Archeologico che ha indugiato sulla ricostruzione ambientale, cronologica e sulla frequentazione del sito sin dal XV secolo a. C.

Il viaggio sarà presto fruibile anche in un volume da lei curato con vari interventi che verrà presentato in primavera.

Paola Visentini ha sottolineato da un lato l’eccezionale rilevanza dell’apertura dei depositi al pubblico, in uno «spazio dinamico e alternativo da percorrere accompagnati in una visita guidata a diretto contatto con il materiale e i luoghi che raccontano gli strati della storia», e dall’altro il complesso e monumentale lavoro di ricostruzione della storia degli scavi, in particolare degli ultimi trent’anni, con l’inedita pubblicazione dei vari documenti e studi. Un percorso sorprendente se si considera che i primi scavi sul colle risalgono addirittura al ‘700».

Info e prenotazioni per le visite guidate da operatori specializzati rivolgendosi al Servizio Didattico Civici Musei Udine tramite mail a didatticamusei@comune.udine.it e al numero 3452681647.

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