I friulani Paroni e Mansutti morsicano la Grande Mela

Il direttore d’orchestra dirige al Lincoln Center e il clarinettista suonerà a N.Y. «È necessario riformare il sistema musicale italiano, dagli asili alle Accademie»

UDINE. Due amici Paolo Paroni, direttore d’orchestra, e Claudio Mansutti, clarinettista e direttore artistico, uniti dagli studi in gioventù al Conservatorio Tomadini, da diverse esperienze musicali condivise e dalla comune passione per il basket si ritrovano a tirare un bilancio di un 2014 particolarmente esaltante e di un 2015 che si preannuncia di grandi soddisfazioni.

- Quali sono le ultime tappe del vostro cammino per quanto riguarda carriera e risultati?

Mansutti: «Ho avuto la fortuna di suonare a Praga nella Smetana Hall e a Vienna nella Novamatic Saal come solista con orchestre di assoluto valore e in formazioni cameristiche in tutta Europa. L’agenda per il 2015 mi ricorda appuntamenti in Germania, in Cechia, a Bankok,a Milano e a New York». Paroni: «Il fatto principale da menzionare è senz’altro il mio esordio a New York, dove a fine 2013 sono stato chiamato a dirigere Lo schiaccianoci di Tchaikovsky al Lincoln Center. In quest’occasione è anche stata formalizzata la mia nuova carica: direttore Ospite Principale del New York City Ballet».

- Notevoli scalate. E come siete arrivati ai piedi della montagna?

Paroni: «Un membro dell’orchestra americana mi ha visto lavorare in Europa durante l’estate del 2013 e ha pensato di segnalarmi alla sua direzione artistica. Dopo qualche primo contatto, e la visione di miei materiali, sono stato invitato a New York». Mansutti: «Il tutto nasce dalla stima di colleghi, ad esempio il direttore Scarano e il flautista Mercelli che mi ha recentemente invitato a suonare con il famoso pianista Bruno Canino in una serata omaggio a questo grande artista. Il passaparola tra artisti ha creato un circolo virtuoso che mi ha messo in contatto con un ottimo agente coreano con sede a Vienna che ha voluto avermi nella sua agenzia».

- Guardiamo in casa: come sta il Friuli Vg?

Mansutti: «Rispetto al resto d’Italia la nostra regione è all’avanguardia come organizzazione culturale; se, invece, guardiamo all’estero, siamo ancora indietro sia per investimento di risorse in cultura e istruzione musicale che per il provincialismo. Preferiamo sempre il musicista straniero e di nome e investiamo sui giovani solo per risparmiare, non con un progetto di crescita reale». Paroni: «Credo siamo tutti d’accordo nell’invocare una maggiore disponibilità di risorse per la cultura. Ma la cosa che mi ha colpito di più ha un nome preciso: meritocrazia. In America ero Mister Nessuno fino a un anno fa. Mi è stata data una chance sulla base di una trasparente raccomandazione, la semplice stima tra colleghi che Claudio menzionava poco fa. Nessuno mi ha protetto o spinto: in quella occasione ho giocato le mie carte. Detto brutalmente: se in Italia un semplice orchestrale avesse bussato alla porta della direzione artistica nella maggioranza dei casi non gli sarebbe nemmeno stato aperto».

- Che cosa si potrebbe importare a livello di atteggiamento?

«È necessario riformare tutto il sistema dell’istruzione musicale nazionale dagli asili alle Accademie». (r.c.)

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