I cimeli del K2 venduti all’asta: un privato li “salva” e li esporrà

In una foto di gruppo scattata al Plateau Rosa con sullo sfondo la piramide del Cervino, Ardito Desio e un giovanissimo Walter Bonatti sono i primi da sinistra, uno a fianco dell’altro. Il primo con quell’enigmatico mezzo sorriso a labbra serrate che lo caratterizzava, Bonatti con lo sguardo fermo e la bocca dischiusa con aria di sfida. A seguire tutti gli altri membri della spedizione del 1954 al K2, tra i quali si riconosce davanti, seduto sugli zaini e con la giacca scura, anche il tolmezzino Cirillo Floreanini.
Si tratta di una delle fotografie scattate durante le prove dei piumini Moncler prima della partenza per l’Himalaya, una delle foto andate all’asta a Milano da Bolaffi lo scorso 28 febbraio assieme ad altre che illustrano il ritorno dopo la vittoria dalla cima con gli scatti dei festeggiamenti a Skardu, Lahore e Karachi, e poi il viaggio in nave con l’arrivo trionfale a Genova.
La foto sotto il Cervino riporta anche la firma di Ardito Desio. Assieme a queste altri lotti, tutti appartenenti ai familiari di Ugo Angelino (1923-2016) alpinista biellese e accademico del Cai, che della spedizione ebbe il compito di seguire gli aspetti organizzativi, sono stati venduti a diversi privati: medaglie, i quaderni operativi di spedizione redatti proprio da Ugo Angelino e un inedito gruppo di lettere e documenti manoscritti e dattiloscritti tra cui diverse missive di Desio prima e dopo la spedizione. Dei quattro quaderni uno contiene la lista di tutte le casse spedite al campo base, ciascuna con indicazioni del destinatario e le descrizioni del prezioso contenuto tra vettovaglie, farmaceutici e attrezzi da scalata.
Poi ci sono i nomi di tutti i portatori pakistani al soldo della spedizione, mentre un altro quaderno contiene la lista alfabetica del materiale della spedizione con i nominativi dei fornitori tra cui Pirelli, Moncler, La Rinascente, Baruffaldi, Montecatini e l’Esercito Italiano. Il lotto più interessante risulta essere però il numero “221” quello contenente le lettere a quanto pare inedite. Lo ha acquistato per 12.500 euro (inclusi i diritti per Bolaffi) un avvocato di Gallarate, Massimo Palazzi, appassionato di storia e frequentatore delle montagne delle valli dell’Ossola: «La nostra idea – dice Palazzi – è quella di scannerizzare tutto, studiare il carteggio e realizzare una pubblicazione per divulgare questi autografi e fornire elementi di conoscenza in più su questa vicenda di spessore internazionale e caratteristica della storia d’Italia. Non volevamo che finisse nelle mani di mercanti che avrebbero potuto smembrare il fondo vendendolo a piccoli pezzi».
Questo corpus di documenti è diviso in due sezioni. La prima parte, dattiloscritta e firmata da Desio, si compone di materiale relativo alla preparazione alla spedizione. Ci sono poi trentatrè lettere di Angelino ai familiari e un gruppo di venti lettere autografe di Desio a Ugo Angelino dal 3 aprile al 24 luglio 1954, ovvero durante la spedizione, dove tra l’altro emerge l’importanza del ruolo di Angelino come vice capo spedizione. Nell’ordine di servizio n.12, Desio sprona la squadra allo sforzo finale e nomina due capi: Achille Compagnoni per l’attacco alla vetta e Ugo Angelino con la responsabilità di dirigere i trasporti e i rifornimenti dei vari campi. Il tredicesimo e ultimo è quello che annuncia la vittoria. Tra i vari documenti del dopo spedizione anche una lettera dattiloscritta di Desio, datata 19 novembre 1954, che sprona Angelino a mantenere il gruppo unito di fronte agli scandali che stavano sorgendo. —
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto