Himalaya, Nives e Romano in vetta al loro 12º Ottomila

di GIANCARLO MARTINA
Riuscita la grande impresa alla coppia di alpinisti tarvisiani Nives Meroi e Romano Benet: respinti due anni fa, sono ora riusciti a conquistare la terza vetta del mondo, il Kangchenjunga, di 8.586 metri, situato al confine fra il Nepal e lo stato indiano del Sikkim. Sul mezzogiorno di sabato scorso la conquista, dopo un assalto durato ben 12 ore per superare gli ultimi mille metri di dislivello.
La formidabile coppia di Fusine, regina dell'alpinismo mondiale, ha così messo nello zaino la 12ª vetta (tutte ascese in autentico stile alpino, senza l'ausilio delle bombole di ossigeno) sulle quattordici oltre ottomila metri d'altezza esistenti sul pianeta. L'impresa, già di per sé di grande valore alpinistico, è da valutare anche tenendo conto del fatto che Romano Benet, negli ultimi anni, ha subito due trapianti di midollo osseo ed è reduce di un intervento chirurgico per l'applicazione di una protesi all'anca.
Sabato 17 maggio, dunque, la giornata da ricordare per l'alpinismo friulano e internazionale. Nives Meroi e Romano Benet (entrambi 52 anni), approfittando appieno di una finestra di bel tempo, hanno anticipato tutte le cordate impegnate in parete, raggiungendo una meta particolarmente ambita: non solo perché rappresenta – come si è detto – il loro dodicesimo Ottomila (dei quattordici al mondo devono ancora salire l'Annapurna e il Makalu), ma anche, e soprattutto, per quello speciale rapporto che s'è creato nel tempo fra la splendida montagna (conosciuta come quella dei “cinque forzieri della grande neve” per i cinque picchi della cresta) e i coniugi friulani. Infatti, il Kangchenjunga pareva fosse la loro cima stregata: per la coppia, infatti, è una cima di grande significato, come ricorda sul suo . blog anche Leila, la sorella di Nives. Sulle innevate pareti del colosso, nel 2009 Roman Benet, mentre Nives era in corsa per essere la prima donna a conquistare tutti i 14 Ottomila, si era sentito male a oltre 7.000 metri, accusando quei malesseri che poi condizionarono pesantemente per diversi anni l'attività del valente alpinista. Allora Nives avrebbe potuto tentare da sola la vetta, ma non volle farlo: «Scaliamo insieme da sempre e salire da sola non avrebbe avuto senso», così motivò allora la rinuncia. Superati finalmente tutti i problemi fisici conseguenti all'aplasia midolare severa diagnosticata a Romano, che per guarire ha affrontato due trapianti, un lungo periodo di isolamento e una paziente riabilitazione, la vita di coppia è tornata al sereno, con una gran voglia di riprendere la via dei monti.
Nel 2011 il ritorno all'Himalaya, sul Mera Peak (6.654 metri), e all'approccio parteciparono anche sanitari della Clinica ematologica dell’Ospedale di Udine, diretta dal professor Renato Fanin, un'équipe che ebbe grande parte nel recupero fisico di Benet. E nel 2012 il ritorno per ricominciare dallo stesso Kangchenjunga. Ma non fu fortunato neanche il secondo tentativo. Gli alpinisti friulani, il 23 maggio, avversati dalle condizioni meteo, rinunciano alla salita dopo aver superato quota 7 mila metri. Le sensazioni, comunque, sono subito molto positive per Romano, che, superati altri problemi, parte convinto di farcela al terzo tentativo. Delle loro intenzioni, però, non fanno menzione ai media e solo gli amici più vicini sono a conoscenza della loro nuova trasferta in Himalaya. Quindi, negli ambienti alpinistici, la notizia del successo ha suscitato una gioiosa sorpresa e soprattutto una rinnovata ammirazione per Nives e per Romano, dei quali adesso si attende il ritorno per ascoltarne il racconto della straordinaria esperienza vissuta. Per la cronaca nei giorni scorsi hanno salito la cima anche il valdostano Marco Camandona, il finlandese Samuli Mansikka e gli spagnoli Carlos Soria, Martín Ramos e Jorge Egocheaga.
Dunque, per la coppia tarviasiana di fuoriclasse, un nuovo fiore all’occhiello, che va ad aggiungersi alle precedenti conquiste: nell’ordine, 1998: Nanga Parbat; 1999: Shisha Pangma e Cho Oyu; 2003 Gasherbrum I, Gasherbrum II e Broad Peak; 2004: Lhotse; 2006: Dhaulagiri e K2 (prima donna italiana in vetta); 2007: Everest (prima donna italiana in vetta senza ossigeno); 2008: Manaslu; 2014: Kangchenjunga.
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